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Antichità Giglio

PITTORI e SCULTORI DELL'800

La pittura dell’Ottocento è caratterizzata dall’innovazione e dall’abbandono dei canoni accademici che hanno da sempre segnato l’arte, la pittura e la scultura del passato. Infatti si assiste nell’ottocento, già da inizio secolo a una vera e propria trasformazione del pensiero; le cause sono multiple, la più importante è lo sviluppo industriale che si traduce nell’arte come un radicale atteggiamento antiaccademico.

Nella pittura dell’800, le forme del neoclassicismo vengono abbandonate e nascono nuove forme espressive che negano l’uniformità della cultura universale. Vengono rappresentate non più scene religiose o episodi della mitologia, ma piuttosto episodi di vita quotidiana, paesaggi, sentimenti ed emozioni, l’amore per la patria, episodi di cronaca e così via. Tra le più importanti correnti artistiche che trasformano profondamente l’arte dell’Ottocento, e in particolare la pittura, sono il Romanticismo, Realismo, Impressionismo, Post-Impressionismo, Simbolismo, Divisionismo.
Dopo la seconda metà del XVIII secolo, con le grandi rivoluzioni, nascono nuove sensibilità che creano una corrente storica nuova: il Preromanticismo. Questo movimento inizia a svilupparsi in Germania e in Francia ed è caratterizzato da irrazionalità, in contrapposizione all’Illuminismo e al Neoclassicismo. La ragione viene considerata insufficiente per la conoscenza del mondo.

Su questa linea, alla fine del secolo e per il corso del XIX, in tutta Europa si diffonde il Romanticismo. Questo movimento artistico e culturale è caratterizzato da emotività, immaginazione e spiritualità, in cui ogni artista afferma i propri caratteri individuali e il proprio modo di sentire. L’uomo non basta più a se stesso ma tende all’infinito.
Le caratteristiche principali dei dipinti romantici sono: il rapporto uomo-natura, il ritorno al passato medievale, l’ispirazione all’infinito e il senso di libertà e nazionalismo.

La bellezza della natura crea nell’uomo dei sentimenti contrastanti, grazie ai quali è possibile cogliere la bellezza: nasce il concetto di sublime. Nell’arte romantica l’artista cerca infatti di sublimare la natura, nel tentativo di ricreare una sensazione di pura bellezza, di infinito. Questo carattere del Romanticismo è perfettamente esemplificato nei dipinti di Caspar David Friedrich.

Il Romanticismo presenta però diverse sfaccettature, in base al territorio in cui si è sviluppato. In Inghilterra, con William Turner, e in Germania, con Friedrich, si tende ad aderire la corrente del sublime; in Francia vi è un romanticismo che guarda molto ai valori di libertà e di nazionalità, come quello dei dipinti di Delacroix e Géricault; in Italia invece si sviluppa invece il romanticismo storico, di cui maggiore esponente è Francesco Hayez.
A partire dalla seconda metà dell’Ottocento, il Romanticismo inizia a mostrare segni di cedimento. Questo avviene soprattutto in Francia, dove Gustave Courbet sviluppa un movimento artistico e letterario che parte dall’idea positivista dello studio della realtà in modo scientifico. Questo movimento viene chiamato infatti Realismo e si fa sempre più accesso a causa delle rivoluzioni del 1848. I dipinti dell’ottocento realista cercano di rappresentare la realtà nuda e cruda, senza allegorie ma attraverso dei dati di fatto presenti e non della storia passata.

I dipinti realisti, in particolare per quanto riguarda Courbet e Daumier, hanno lo scopo di mostrare le condizioni di vita delle classi lavoratrici, ritraendo gente povera e semplice come i contadini o gli operai o realizzando caricature per descrivere le sofferenze delle classi inferiori. Il realismo di Millet invece si concentrava a rappresentare un mondo rurale dai caratteri ancora romantici e idilliaci.

Il realismo, con la sua ricerca del vero, fu la premessa per la pittura di Manet e degli impressionisti.

Anche in Italia, dopo il 1850 e con la diffusione del pensiero positivista, che volge uno sguardo scientifico alla realtà, si costituì un gruppo di artisti con tendenze realiste a Firenze, nel Caffè Michelangelo.

Questo gruppo tendeva a riscoprire la realtà quotidiana e dipingeva per macchie di colore nette, proprio per questo motivo vennero definiti dispregiativamente “Macchiaioli”.
Nel 1863 a Parigi, il pittore Edouard Manet espone il dipinto “Le déjeuner sur l’herbe” provocando un notevole scandalo sia per la totale rottura con le regole accademiche sia per il soggetto definito immorale dall’opinione pubblica. Nel 1874 si tenne inoltre la prima mostra ufficiale dei pittori impressionisti presso lo studio del fotografo Felix Nadar, alla quale parteciparono i pittori Claude Monet, Edgard Degas, Alfred Sisley e Pierre-Auguste Renoir. Questa mostra venne definita dai critici d’arte Exposition Impressioniste, definizione che prendeva spunto dal dipinto di Monet, “Impression, soleil levant”.

L’arte impressionista deriva direttamente dal realismo ma, a differenza di esso, non si occupa di problemi sociali e ideologici. Gli artisti impressionisti infatti nascono con l’idea di rappresentare la realtà cogliendone solo la parte sensibile. I dipinti impressionisti cercano di riprodurre i fenomeni ottici della visione con la maggior fedeltà possibile, dando particolare attenzione alla luce e al colore. Questo tipo di pittura si ha anche grazie all’invenzione dei tubetti di colore che consentiva la pittura en plein air. La luce è il vero soggetto dei dipinti impressionisti, ne sono un esempio i circa trenta dipinti della Cattedrale di Rouen, in cui Monet fa un vero e proprio studio della luce in diversi attimi e in diverse condizioni climatiche. L’artista impressionista ha lo scopo di cogliere l’attimo, effimero e fuggente, ed “intrappolarlo” nella tela.
“L’arte è l’uomo aggiunto alla natura; la natura, la realtà, la verità, ma con un significato, con una concezione, con un carattere che l’artista fa uscir fuori e ai quali dà espressione.” - Vincent Van Gogh

Tra il 1880 e gli inizi del 1900 in Francia e, successivamente, nel resto d’Europa, si sviluppano diverse esperienze artistiche che vengono accomunate sotto il termine di Post Impressionismo. Le opere di questo periodo non hanno infatti dei caratteri stilistici comuni, ma comprendono diverse tecniche e stili che si pongono l’unico obiettivo di comunicare delle emozioni interiori e psicologiche e non più la realtà.

È proprio in questa fase che si creano le premesse uno degli stili fondamentali del Novecento - l’espressionismo - e di rivoluzioni totali nel campo dell’arte.

Queste premesse vengono create in particolare dall’attività di tre principali pittori postimpressionisti: Vincent Van Gogh, Paul Gauguin ed Edvard Munch. Questi pittori riproducono il riflesso interiore della realtà esterna con forte carica drammatica e deformando forme e colori in base ai sentimenti e alle sensazioni che vogliono esprimere.

Dal punto di vista tecnico, negli stessi anni, troviamo l’attività artistica di altri pittori tra cui Paul Cézanne (fondamentale per la nascita del cubismo), Georges Seurat (principale esponente del puntinismo) ed Henri de Toulouse-Lautrec.
Nel 1885, in Francia, in reazione alla pura visività dell’impressionismo inizia ad affermarsi una nuova corrente artistica: il simbolismo.

I dipinti simbolisti hanno come scopo quello di realizzare un’arte che sia espressione dell’Idea attraverso l’uso del simbolo. Questi dipinti risultano molto raffinati e ricchi di interesse per il sogno, la visione interiore e l’immaginazione.

I precorritori principali di questo movimento furono Gustave Moreau e Pierre Puvis de Chavannes. Il maggior pittore simbolista è invece Odilon Redon.

Tuttavia anche il contenuto dei dipinti di altri artisti come Gustav Klimt può essere ricondotto al simbolismo, come ad esempio “Le tre età della vita”, “Salomè” e “Giuditta”.
Tra il 1885 e il 1915 inizia a svilupparsi in Italia una nuova corrente artistica: il divisionismo. Questo movimento guarda molto al simbolismo per quanto riguarda il contenuto delle opere e al neo-impressionismo francese nella tecnica.

I dipinti divisionisti sono infatti realizzati con un procedimento di scomposizione del colore, applicandolo sulla tela con pennellate lunghe e filamentose.

Gli artisti principali del divisionismo italiano furono soprattutto Gaetano Previati, Giovanni Segantini e Giuseppe Pellizza da Volpedo.

Mentre Previati e Segantini si ispirano molto al simbolismo, Pellizza da Volpedo si interessa invece ai temi del realismo sociale.

La tecnica divisionista fu una premessa per i successivi pittori futuristi come Giacomo Balla, Luigi Russolo, Gino Severini e Umberto Boccioni.
Michetti Francesco Paolo
(Tocco da Casauria, 4 agosto 1851 – Francavilla al Mare, 5 marzo 1929)
Migliara Giovanni
(Alessandria, 15 ottobre 1785 – Milano, 18 aprile 1837)
Milesi Alessandro
(Venezia, 29 aprile 1856 – Venezia, 29 ottobre 1945)
Mirabella Mario
(Palermo, 3 aprile 1870 - 26 aprile 1931)
Miti-Zanetti Giuseppe
(Modena, 9 ottobre, 1859 - Milano, 29 gennaio, 1929.)
Moja Federico
(Milano, 20 ottobre 1802 – Dolo, 20 marzo 1885)
Molteni Giuseppe
(Affori, 1800 – Milano, 1867)
Morbelli Angelo
(Alessandria, 18 luglio 1854 – Milano, 7 novembre 1919)
Moret Henry
(Cherbourg, 1856 – Parigi, 1913)
Nani Napoleone
(Venezia, 1839 – 1899)
Navez François-Joseph
(Charleroi, 1787 – Bruxelles, 1869)
Nestel Hermann
(Stoccarda, 10 maggio 1858 – Bordighera, 1905)
Nono Luigi
(Fusina, 8 dicembre 1850 – Venezia, 17 ottobre 1918)
Novo Stefano
(Cavarzere, 1862 - Venezia, tra 1927-1937)
Overbeck Johann Friedrich
(Lubecca, 3 luglio 1789 – Roma, 12 novembre 1869)
Pagliano Eleuterio
(Casale Monferrato, 5 maggio 1826 – Milano, 5 gennaio 1903)
Palizzi Filippo
(Vasto, 16 giugno 1818 – Napoli, 11 settembre 1899)
Palizzi Giuseppe
(Lanciano, 12 marzo 1812 – Parigi, 10 gennaio 1888)
Palizzi Nicola
(Vasto, 20 febbraio 1820 – Napoli, 20 settembre 1870)
Palmaroli Gonzalez Vicente
(Zarzalejo, 1834 – Madrid, 25 gennaio 1896)
Pasini Alberto
(Busseto, 3 settembre 1826 – Cavoretto, 15 dicembre 1899)
Pellizza da Volpedo Giuseppe
(Volpedo, 28 luglio 1868 – 14 giugno 1907)
Pittara Carlo
(Torino, 1836 – Rivara, 25 ottobre 1891)

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