Dei quattro fratelli Palizzi, Filippo Palizzi è quello che ottenne i migliori e maggiori successi e riconoscimenti e anche quello che visse più a lungo.
Come tutti in famiglia, era dotato di forti inclinazioni artistiche e, infatti, fin da bambino mostrò il suo interesse verso pittura e disegno. Dal 1837 in poi aveva per questo ottenuto dal Comune di Vasto un assegno. Questo ogni mese gli permise di andare a Napoli, dove viveva il fratello Giuseppe.
Dopo una prima fase dedicata alla pittura storicadecise di darsi al nudo presso il Bonolis. Fu poi un premio conferitogli dall’Accademia di Belle Arti che gli fece cambiare idea e decise di passare agli animali, diventando del genere un grande pittore.
Oltre che in questo campo, Filippo Palizzi eccelse nella cosiddetta Scuola di Posillipo, riuscendo comunque a discostarsene e trovare una strada tutta sua anche nella raffigurazione di ambienti naturali e di animali.
A Napoli ma anche a Roma Filippo Palizzi rivestì ruoli molto importanti in diverse cariche istituzionali tra cui quella di vicepresidente dell’Accademia di archeologia, lettere e belle arti e direttore dell’Accademia delle belle arti di Napoli.
Le sue opere sono tante e tutti estremamente pregevoli. Tra le più importanti ricordiamo L’Arca di Noè, che si trova nel Palazzo Reale di Capodimonte, Ettore Fieramosca, attualmente esposto nella Galleria Naz. d’Arte Moderna in Roma, Il Principe Amedeo all’assalto della Cavalchina, il Principe Amedeo ferito e la Carica dei Cavalleggeri di Alessandria richiesti dal Duca d’Aosta e del colonnello Strada, gli ultimi giorni di Pompei, realizzato per il banchiere Vonwiller.
Nel 1883 decise di dare in dono allo Stato oltre 300 quadri che sono ora conservati nella Galleria Naz. d’Arte Moderna di Roma e in quella delle Belle arti di Napoli. Nella Pinacoteca di Vasto sono, invece, raccolti altri suoi lavori, tra cui anche molti oggetti artistici come ceramiche e bronzetti.