Nato a Zurigo nel 1899, Antonio Ligabue – il cui vero nome è, in realtà, Antonio Laccabue – è stato un importante pittore svizzero-italiano vissuto nel Novecento. Sue sono opere straordinarie, opere e dipinti di un pittore che denota talento e grande creatività sin dalla gioventù: già quando era un ragazzo, il pittore Ligabue si distingueva dai suoi coetanei per una ricerca del nuovo, dell’originale e del vero, e per un interesse senza limiti dell’arte, del disegno, ed anche degli animali.
Questi tre interessi si confondono e si fondono perfettamente nello stile del pittore, il quale riesce a far compenetrare queste tre passioni nei suoi dipinti, riuscendo anche a dare la vita ad opere di grande spessore, come Aquila con colombo, un quadro che rappresenta il suo amore per l’arte e per gli animali in tutta la sua essenza.
Figlio di una italiana, il giovanissimo Ligabue viene dato in adozione ad una famiglia svizzera che si occupa della sua formazione e della sua educazione affidandolo ad un Istituto per ragazzi con difficoltà mentali, dal quale viene tuttavia espulso a sedici anni: il giovane artista viene allora a conoscenza delle difficoltà della gente comune di riconoscere in una mente apparentemente folle come la sua un genio creativo, un selvaggio ed imprevedibile uomo in grado però di trasferire la sua pazzia nei suoi quadri e renderla istinto ed autenticità. La sua follia ed il suo estro però non gli permettono grandi fortune: poco tempo dopo l’espulsione dall’istituto, il pittore Ligabue deve fare fronte anche alle polemiche e al cattivo rapporto con gli altri, rapporto che gli costerà l’espulsione dalla Svizzera. Instradato in Italia, Ligabue deve fare anche i conti con la triste realtà economica in cui si ritrova, e per potersi mantenere si ritrova a svolgere mestieri spesso anche molto lontani dal suo vero amore: la pittura diventa così un triste ricordo a cui ancorarsi nei momenti di inquietudine più estrema, in una realtà che sembra sempre più ostile.
È il 1927 l’anno della svolta per il Ligabue pittore ma anche per l’uomo: in quell’anno l’artista incontra lo scultore Marino Renato Mazzacurati, il quale lo spinge verso una migliore consapevolezza della sua vena artistica e lo inizia al mondo dell’arte. Lo scultore è per lui un’ancora di salvezza anche quando, dieci anni dopo, Ligabue viene nuovamente internato in manicomio per stato depressivo: anche in quel contesto ostile alla sua arte, il pittore riesce comunque ad esprimere la sua creatività ed il suo genio, caratteristiche che lo accompagneranno fino alla morte, avvenuta nel 1965.