Dall’ultimo trentennio del XIX secolo all’inizio del XX, la filosofia positivista sembrava essere la soluzione contro la crisi europea. In realtà, artisti, filosofi e scrittori, sentivano che il positivismo serviva solo a coprire le contraddizioni che si nascondevano nella società e che sarebbero presto sfociate nella terribile Prima guerra mondiale. In opposizione al positivismo si sviluppa così l’espressionismo, un movimento artistico che si basa sulla critica sociale e sull’opposizione. Per gli artisti espressionisti, al contrario degli impressionisti, la realtà era qualcosa da vivere dall’interno e non da guardare dall’esterno. Nei dipinti espressionisti prevale la deformazione della realtà, in modo da esprimere tramite essa dei sentimenti e delle emozioni. Con il termine espressionismo si va ad indicare diversi movimenti sorti in particolare in Germania. Questo fenomeno nasce grazie anche al contributo di diversi artisti della fine dell’Ottocento, tra cui Van Gogh, Gauguin, Munch ed Ensor. Nei loro dipinti troviamo infatti alcuni degli elementi che andranno poi a costituire le caratteristiche stilistiche e compositive dei dipinti espressionisti, tra cui l’accentuazione cromatica, un tratto forte e la drammaticità dei contenuti.
Questo fenomeno si presenta inizialmente in Francia intorno al 1905 in un gruppo di artisti che verranno poi definiti come i Fauves (Belve). Tra questi facevano parte Henri Matisse, Marquet, Dufy e, in particolare, Vlaminck e Derain. Mentre Matisse cercava di esprimere nei suoi dipinti un senso di ordine e di armonia, per Vlaminck e Derain la pittura era un modo di scatenare la violenza delle proprie emozioni sulla tela tramite i colori. Il loro stile riprendeva quello di Van Gogh e Gauguin, in particolare per quanto riguarda il colore vivace e acceso e la rappresentazione dell’immagine su un piano bidimensionale.
Sempre nel 1905 a Dresda, in Germania, si forma un altro gruppo di artisti con il nome Die Brücke (il Ponte). Gli artisti protagonisti di questo movimento furono Ernest Ludwig Kirchner ed Emil Nolde, di cui le caratteristiche principali sono la violenza cromatica, la deformazione caricaturale con una forte carica drammatica. Nei dipinti espressionisti nordici prevalgono temi esistenziali, di critica sociale e di angoscia, caratteristiche che vennero riprese in particolare da Munch ed Ensor.