Gino Severini fu un illustre pittore italiano dell’avanguardia del 900. Il suo genio artistico consisteva nel prendere diversi stili e fonderli insieme per ottenere un’espressività unica nel suo genere; un vero e proprio genio artistico capace di fondere arte e scienza, fantasia e creatività.
Gino Severini nacque a Cortona nel 1883. La sua istruzione si svolse prevalentemente a Roma dove fu iniziato alla pittura divisionista da Giacomo Balla, espose la sua prima opera “Il solco” e proseguì i suoi studi nella capitale francese (1906). A Parigi, Gino Severini, ebbe modo di studiare la pittura impressionista e conoscere Picasso e Braque, assistendo dunque alla nascita del cubismo.
Nel 1909 fu mostrata al pubblico l’opera “Primavera a Montmartre” e Severini passò dalla corrente divisionista alla corrente futurista, aderendo al movimento di Martinetti e firmando il manifesto del futurismo nel 1910. Due anni dopo fu tenuta la prima mostrafuturista organizzata proprio da Severini, fu anche l’esaltazione della passione per la vita del grande artista, poiché Severini amava la vita di società, il divertimento ed il cabaret.
La danza in particolar modo che raffigurò in diverse opere (“Ballerina blu” e “Ballerina bianca” – 1912). Allo stesso tempo rimase molto impressionato dal movimento cubista decidendo di fonderlo con il futurismo.
Si sposò nel 1913 con la figlia del poeta Paul Fort, dalla quale ebbe tre figli, e pubblicò diversi articoli per la rivista De Stijl. Nel 1916, esentando dal servizio militare fece ritorno a Parigi, a questo punto ci fu in lui un ritorno al classicismo come se fosse stato ispirato dalla pittura del 400.
A metà degli anni venti ebbe improvvisamente un’ispirazione religiosa e decise di dedicarsi all’arte sacra affrescando chiese svizzere per poi inseguito ritornare all’astrattismo.
Fra gli anni quaranta e cinquanta decise di dedicarsi ad una sorta di studio delle sue stesse opere, una didattica sul suo lavoro che gli consentisse di proiettare i cambiamenti dell’epoca che aveva nel frattempo interiorizzato. A Parigi si dedicò anche all’insegnamento per via di una cattedra di mosaico. Lo colse la morte nel 1966.