Pittore ungherese dal precoce talento, nasce a Pécs il 9 aprile 1906: frequenta l’Accademia artistica privata Podolini-Wolkmann , da cui esce notevolmente migliorato e con una tecnica tutta particolare, attenta più allo studio della grafica e alla composizione dei colori. Nel 1930 si trasferisce a Parigi, centro culturale ed artistico dell’epoca, e lì sposa Claire, sua collega di studi.
Nel 1950 questo pittore contemporaneo fonda l’Op-Art, diminutivo di Optical Art, una corrente artistica la cui fonte d’ispirazione è Paul Klee: sono le figure geometriche a diventare protagoniste delle sue opere attraverso uno studio della grafica e della composizione pittorica che sembra scomporre l’opera in più piani sovrapposti, mentre in realtà è uno solo; sono, in effetti, gli antenati delle illusioni ottiche odierne. A questa fase appartiene il ciclo de “Il Movimento” (Le Mouvement), opere in cui le figure rappresentate sembrano avere vita propria; così Vasarely sintetizzava il suo pensiero: “I bruschi contrasti in bianco e nero, l’insostenibile vibrazione dei colori complementari, il baluginante intreccio di linee e le strutture permutate sono tutti elementi della mia opera il cui compito non è più quello di immergere l’osservatore in una dolce melanconia, ma di stimolarlo, e il suo occhio con lui. ».
Gli anni Sessanta e Settanta sono per lui i più produttivi: espone al Moma di New York e a Parigi, ed elabora anche da un punto di vista architettonico forme e colori in grado di impressionare l’osservatore: progetta in prima persona un centro didattico ad Aix-in-Provence, applicando sulla facciata di questo edificio gigantografie dei suoi quadri e soluzioni stilistiche alquanto vivaci da un punto di vista cromatico. È sicuramente un artista che ha indagato molto l’effetto che colori e caleidoscopi hanno sul cervello umano, ed è stato interessato a ricreare un effetto di sbalordimento. Muore a Parigi il 15 marzo 1997.