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Antichità Giglio

PITTORI e SCULTORI ANTICHI

L’arte del Medioevo copre un periodo temporale di approssimativamente mille anni e uno spazio molto ampio, che ha come centro il Mar Mediterraneo. La pittura medievale in Italia si sviluppa sulla base dell’arte tardoantica e paleocristiana con la realizzazione di mosaici e affreschi a Roma. Molti sono gli esempi delle tendenze anticheggianti dell’arte pittorica del medioevo, in particolare dei secoli XI - XIII. È a inizio del XI secolo che a Firenze e Siena, nasce l’arte gotica, che nella pittura e nelle arti figurative si traduce per rappresentazioni meno teologiche e più naturalistico-filosofiche e che in Italia si esprime però in una maniera più romantica. Una delle fasi più importanti del rinnovamento del patrimonio artistico bizantino è la produzione, nel XIII Secolo, di mosaici e affreschi veneziani in alcune chiese romane; un nuovo stile monrelese veneziano che sposa elementi gotici, una base per la nouvelle vague bizantina.

Nel XIV Secolo è determinante invece l’attività pittorica di Giotto, artista che rompe gli schemi del passato dimostrando una piena maturità espressiva unendo pittura ed architettura in un’unica visione. Considerato predecessore del Rinascimento per il realismo con cui dipinge i volti, Giotto riesce a superare lo ieratismo bizantino e sono tra i primi esempi di una precoce laicizzazione della pittura di Alta Epoca.

I dipinti antichi del tardo Medioevo si concentrano soprattutto sul concetto di spazio, evidenziando particolarmente le strutture architettoniche, fino ad inoltrarsi nello studio della prospettiva, non ancora evoluto ma efficace. Un esempio di iconografia di dipinti medievali può essere rappresentato dal dipinto di Genesio De Zelatis, “Madonna col Bambino in trono, San Pietro e San Paolo”.
Il Rinascimento e l’Arte Fiamminga L’arte rinascimentale si sviluppa nei primi anni del Quattrocento a Firenze, una vera e propria rottura culturale e artistica con il Medioevo, a favore del rinnovamento, dell’innovazione, un nuovo modo di guardare e concepire il mondo e se stessi. Il Rinascimento è caratterizzato da diverse innovazioni nella pittura, tante hanno le loro origini nell’arte di Giotto, come la ricerca sullo spazio, la prospettiva, un modo diverso di rappresentare la luce, la semplificazione geometrica delle figure e uno spiccato ritorno all’essenzialità. È Firenze il centro mondiale della diffusione dell’arte e della cultura che nasce nel primo Rinascimento, grazie a grandi artisti tra cui Brunelleschi, Masaccio e Donatello.

Nel Rinascimento, una grandissima attenzione viene data all’uomo come individuo: lo studio della fisionomia e dell’anatomia, come quelli condotti da Leonardo Da Vinci, e delle emozioni umane sono tra gli elementi principali di questo secolo. Un altro punto di riferimento culturale e artistico per l’Europa si trova nelle Fiandre: punto focale dell’arte fiamminga, di cui uno dei principali esponenti fu Van Eyck. La caratteristica principale dell’arte fiamminga del Rinascimento è la ricerca del ricreare in modo minuzioso e dettagliato la realtà circostante, realizzando un’illusione ottica della realtà.

I pittori fiamminghi sperimentano tecniche prospettiche e di spazialità, le tonalità dei colori e la luce, creando raffinati effetti di riflessi, sfumature e ombreggiature. A partire dal Cinquecento nasce a Firenze e Roma - quest’ultima diventa il centro indiscusso dell’arte grazie soprattutto a Michelangelo e Raffaello - una vera e propria riforma artistica, basata pur sempre sui modelli classici ma che sperimenta nuovi linguaggi e tecniche artistiche: è il Manierismo, corrente artistica caratterizzata nella pittura dall’uso di colori brillanti e dalla rappresentazione di figure allungate, contorte e con pose forzate. Queste caratteristiche dello stile manierista nella pittura derivano dalle novità artistiche che aveva introdotto Michelangelo. L’artista inizia a discostarsi dalle regole prospettiche, accademiche e delle proporzioni del corpo umano, creando una realtà affascinante.
All’inizio del XVII secolo, con la Controriforma, si sviluppa un nuovo stile: il Barocco. I dipinti del Seicento nascono come un naturale allontanamento del Manierismo e dalle sue regole d’impronta classica. Infatti, la proporzione e l’armonia dei volumi tanto caratteristici del Rinascimento e Manierismo vengono messi in opposizione.
Si tratta di tendenze nuove in molte arti figurative; nella pittura del Seicento spicca la figura di Caravaggio come principale, la cui arte - che rappresenta fedelmente la natura in quanto manifestazione divina - rivoluziona e apre la strada al realismo e al naturalismo. Annibale Carracci, Guido Reni e Domenichino hanno anch’essi ruoli fondamentali: da un lato si assiste a un nobile ritorno alla classicità, ma da un altro lato si imita la natura in modo indiscriminato creando meraviglia, stupore.
Il XVIII Secolo porta una ventata di ottimismo che si riflette anche nell’arte. È il periodo Rococò, evoluzione del Barocco che, nella pittura, si esprime tramite l’abbandono delle atmosfere cupe, l’uso di colori vivaci, chiari e il poter svincolarsi dai monopolio della Chiesa. Questo rende l’arte più popolare e permette di aprirsi a nuovi committenti, le scene della pittura rococò spesso rappresentano feste o scene galanti - volendo esprimere non una storia ma un’emozione, un istante fuggente e pittoresco.
Nel Settecento inizia a svilupparsi anche la pittura di tipo vedutistico grazie allo sviluppo del turismo e del cosiddetto “Grand Tour”, di cui le città italiane rimangono le più importanti: Venezia, Firenze, Roma, Napoli. I gentiluomini e gli intellettuali del tempo viaggiavano in Italia per ammirare tesori artistici, rovine e bellezze naturali, mentre gli artisti viaggiano per poter rappresentano gli stessi tesori nelle proprie opere d’arte.
In chiara contrapposizione con tutto quello che caratterizza il Barocco, l’arte del Neoclassicismo nasce sulla scia delle idee illuministe e dei modelli artistici che gli scavi di Pompei ed Ercolano riportano alla luce. Viene riscoperto un nuovo rinnovato interesse per i modelli classici, Roma diventa nuovamente il centro universale dell’arte e della cultura. La pittura del Neoclassicismo si ispira alla scultura, a Raffaello e a Poussin, mentre i temi religiosi scompaiono e vengono rimpiazzati con quelli storici e rappresentazioni e scene ispirate alla borghesia. Il realismo della pittura neoclassica è quasi fotografico; le tonalità sono fredde e gli effetti delle luce non presentano più interesse come nei secoli passati.
Tutto questo rende l’arte e, in particolare, la pittura neoclassica più sobria e meno propensa al coinvolgimento dello spettatore.
Fedeli Domenico Il Maggiotto
(Venezia, 1713 – 16 aprile 1794)
Ferrari Carlo (Il Ferrarin)
(Verona, 30 settembre 1813 – 28 gennaio 1871)
Ferrari Gaudenzio
(Valduggia, fra il 1475 e il 1480 – Milano, 31 gennaio 1546)
Fetti Domenico
(Roma, 1589 – Venezia, 16 aprile 1623)
Fiasella Domenico (Il Sarzana)
(12 agosto 1589, Sarzana - 19 ottobre 1669, Genova)
Fidanza Francesco
(Roma, 1747 – Milano, 4 febbraio 1819)
Fidanza Gregorio
(Collevecchio, 1754 - Roma, 10 gennaio, 1823)
Figino Giovanni Ambrogio
(Milano, 1553 – 11 ottobre 1608)
Fontebasso Francesco
(Venezia, 4 ottobre 1707 – 31 maggio 1769)
Foppa Vincenzo
(Bagnolo Mella, 1427 circa – 1515 circa)
Forte Luca
(Napoli, 1600/1615 – 1670)
Frans Hals
(Anversa, 1580 – Haarlem, 26 agosto 1666)
Furini Francesco
(Firenze, 10 aprile 1603 – 19 agosto 1646)
Gandolfi Gaetano
(San Matteo della Decima, 31 agosto 1734 – Bologna, 20 giugno 1802)
Gauffier Louis
(Rochefort, 1762 – Livorno, 1801)
Gaulli Giovan Battista
(Genova, 8 maggio 1639 – Roma, 2 aprile 1709)
Gentileschi Artemisia
(Roma, 8 luglio 1593 – Napoli, 31 gennaio 1654)
Gentileschi Orazio
(Pisa, 9 luglio 1563 – Londra, 11 settembre 1639)
Ghislandi Giuseppe
(Bergamo, 4 marzo 1655 – Bergamo, dicembre 1747)
Gimignani Giacinto
(Pistoia, 1606 – Roma, 1681)
Giordano Luca
(Napoli, 18 ottobre 1634 – Napoli, 12 gennaio 1705)
Giorgione
(Castelfranco Veneto, 1478 circa – Venezia, 1510)
Giovanni Battista Piazzetta
(Venezia, 13 febbraio 1683 – 29 aprile 1754)
Grosso Giacomo
(Cambiano, 23 maggio 1860 – Torino, 14 gennaio 1938)

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