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I mobili antichi francesi presentano caratteristiche molto diverse in base all’epoca e allo stile di riferimento. Gli stili dei mobili francesi vennero spesso copiati nell’Ottocento e, proprio per questo motivo, la conoscenza degli stili dei mobili francesi antichi ci permette di poter dare un valore più accurato al momento di una valutazione. I mobili in stile, ovvero che riprendono lo stile di un’epoca ma che sono in realtà di produzione più tarda, hanno infatti un valore minore rispetto ai mobili originali ed è fondamentale saperne cogliere le differenze nel momento della stima.
Con lo stile Luigi XIII, nonostante Luigi XIII abbia regnato dal 1610 al 1643, si indicano i mobili e gli arredi realizzati tra il 1589 e l’ascesa al trono di Luigi XIV nel 1643. In questo periodo l’arte francese subisce ancora molto l’influenza dell’arte fiamminga, spagnola e italiana ma si pongono comunque le basi per lo stile Luigi XIV. I mobili in stile Luigi XIII presentano una struttura massiccia e linee dritte con decorazioni semplici che prendono ispirazione dal barocco fiammingo. I legni utilizzati sono il legno di noce, la quercia e l’ebano, impegnati in diverse tecniche come l’impiallacciatura e l’intarsio di metalli, pietre dure, marmi e avorio. Il decoro maggiormente usato è però la tornitura eseguita ad intaglio sia ad anello, a boccia, a bulbo e a rocchetto. I mobili Luigi XIII più popolari erano gli stipo, le poltrone e le sedie.
Lo stile Luigi XIV indica le peculiarità stilistiche degli arredamenti e dei mobili realizzati tra il 1661 (anno in cui Luigi XIV sale al trono) e la fine del Seicento. Uno dei più grandi ebanisti di questo periodo fu André-Charles Boulle, che inventò uno stile e una tecnica basati sull’applicazione di fogli di tartaruga e metallo sovrapposti. Lo stile Luigi XIV diventa sempre più ricco di decorazioni e finiture e caratterizzato da linee curve. I mobili più utilizzati erano il guéridon, il cabinet, il bureau e la commode. Negli ultimi anni della reggenza di Luigi XIV la struttura dei mobili francesi diventa sempre più snella, leggera e decorata. Lo stile Luigi XIV divenne un modello in tutta Europa, in cui Versailles rimane un riferimento per tutte le corti europee.
Con l’ascesa al trono di Luigi XV nel 1723, dopo la Reggenza, si inizia ad affermare il Rococò, uno stile che durerà fino alla fine del XVIII secolo. I mobili diventano leggeri, snelli ed eleganti, caratterizzati da linee curve e ricercatezza nei dettagli, tipici del rocaille. Gli elementi decorativi dei mobili e degli arredi prendono ispirazione dalla natura: rocce, conchiglie, fiori e frutta che diventano spesso allegorie dell’amore, della musica e della vita pastorale. Lo stile Luigi XV si esemplifica maggiormente nella produzione dei commodes, i corrispondenti del cassettone italiano, i mobili più in auge durante questo periodo. Altri famosi mobili Luigi XV sono i tavoli (il bureau plat e la console) e le sedute (la bergère, la duchesse o la marquise). Si sviluppano molto le tecniche d’intarsio, spesso realizzate in modo virtuosistico, insieme a impiallacciature, laccature, applicazioni di placche in porcellana o bronzi. Tra il 1760 e il 1774 c’è un periodo denominato Transizione, uno stile che nasce in reazione al Rococò e che avrà il suo apice sotto la reggenza di Luigi XVI.
Lo stile Luigi XVI rappresenta il Neoclassicismo francese e l’inizio e l’affermazione del Direttorio. Nei mobili e nell’arredamento lo stile Luigi XVI è caratterizzato da un ritorno alla linea retta, a forme geometriche e a una decorazione ordinata con elementi ripresi dall’architettura classica. I mobili Luigi XVI sono eleganti, raffinati e leggeri ma con uno sguardo anche allo stile Luigi XIV seppur rielaborato secondo il gusto dell’ebanista e del committente. I mobili più in voga sotto la reggenza di Luigi XVI erano la commode e il secrétaire, con gambe dritte e rastremate o scannellate. Inizialmente erano caratterizzati da una ricca decorazione con bronzi, uso di legni esotici, inserti in madreperla o placche in porcellana. Verso la fine del Settecento invece prevalgono decorazioni più semplici e d’ispirazione classica.
Il Direttorio fu un periodo di transizione tra lo stile Luigi XVI e lo stile Impero, caratterizzato da forme e linee comuni allo stile Luigi XVI (dritte, classiche e semplici) ma con una maggior semplificazione ed austerità. I mobili in stile Direttorio venivano realizzati soprattutto in mogano con filettature di legni chiari o listelli in rame o acciaio, o intarsi in ebano. Le decorazioni in bronzo vengono abbandonate in favore di motivi ornamentali più semplici ispirati alla classicità. Con la spedizione napoleonica in Egitto si hanno decorazioni faraoniche con palmette e foglie di loto, elementi che anticipano lo stile Impero.
Lo stile Impero va dall’elezione a console di Napoleone alla sua caduta nel 1815. I mobili stile Impero non variano molto dallo stile Direttorio ma assumono strutture più maestose e vengono decorati con i motivi napoleonici (api, aquile, grandi N e decorazioni ispirate all’arte egizia). I mobili Impero più utilizzato erano gli sgabelli con le gambe a X, le consoles con gambe zoomorfe, i guéridons e i bureau-plat, tra cui il preferito da Napoleone il bureau méchanique. I legni più utilizzati erano quelli locali come l’olmo, il frassino e il platano.
Lo stile Carlo X presenta linee graziose, mosse ed ondulate in contrapposizione allo stile Impero. I mobili vengono realizzati in legni chiari: acero biondo, frassino, limone, massello biondo con filettature in legni scuri. Le decorazioni più utilizzate sono intarsi in legno che raffigurano palmette, lire, delfini e leonini, mentre vengono poco usate le applicazioni metalliche. I mobili Carlo X presentano un gusto femminile sia nella praticità sia nella leggerezza ed eleganza delle strutture.
Con l’industrializzazione ci si ritrova a fronteggiare un periodo di declino dell’artigianato sia nella qualità sia nell’inventiva. Lo stile Luigi Filippo tende quindi a rifarsi molto ai modelli e agli stili precedenti come il Gotico e il Rinascimento, seguendo però influenze orientaleggianti in parallelo alla conquista di Algeri del 1830. La clientela ricerca mobili comodi ed economici con l’introduzione di macchine dei laboratori, che contribuiscono alla progressiva scomparsa della figura dell’ebanista. I mobili Luigi Filippo sono spesso una mistione stilistica con una predilezione per linee curve e forme sinuose. I legni usati erano soprattutto il palissandro, il mogano rossastro, l’ebano e l’agrifoglio. I motivi decorativi sono piuttosto ricchi: legni scolpiti e dorati, applicazione di placche in porcellana e di bronzi, oppure mobili laccati in stile orientale.
Lo stile Napoleone III, anche conosciuto come Secondo Impero, rappresenta un insieme di stili e revivals nella produzione artistica sotto la reggenza di Napoleone III. I mobili Napoleone III sono appariscenti e lussuosi e imitano spesso stili precedenti in particolare rifacendosi al Settecento, come imitazioni dei mobili Luigi XV e Luigi XVI. I legni più usati sono i legni esotici riccamente decorati da applicazioni bronzee. La qualità tecnica dei mobili è comunque molto elevata grazie alla quantità di ebanisti e disegnatori, che realizzano anche nuovi modelli.