Federico Moja
(Milano 1802 - Dolo 1882)
"Cappella nella grotta della chiesa di San Vittore a Brembate"
olio su tela, cm 66x54. Firmato e datato sul basamento della cappella: F. Moja 1864
Federico Moja, figlio di un pittore e decoratore, iniziò la sua formazione nel 1818 all'Accademia di Brera divenendo il miglior allievo di Giovanni Migliara. L'influenza del maestro e l'ispirazione settecentesca nella pittura di paesaggi e di interni furono le caratteristiche delle sue opere giovanili. I suoi primi successi arrivarono grazie alle richieste di "souvenirs" di vedute di paesaggi e di architetture dai viaggiatori del Gran Tour. Le atmosfere neogotiche e romantiche dei dipinti di conventi, cripte e chiese affascinarono, infatti, la sua clientela. Un soggiorno parigino nei primi anni '30 arricchì ulteriormente il suo repertorio di sfumature romantiche. Dal 1841 si stabilì a Venezia dove insegnò prospettiva all'Accademia. In quegli anni veneziani collaborò con M. D'Azeglio per l'edizione a dispense dei Promessi Sposi e dal 1842 al 1885 partecipò con le sue opere alle Esposizioni e alle mostre Promotrici. L'opera presentata rientra nelle tematiche classiche del Moja e da inquadrare in quell'ambito romantico che prediligeva le atmosfere architettoniche cariche di particolari descritti minuziosamente con una particolare attenzione alla luce e al chiaroscuro. Dal 1875 si ritirò dall'insegnamento continuando la sua attività di pittore a Dolo sul Brenta.
La chiesa di San Vittore è situata sulla sponda settentrionale del Brembo a Brembate. È composta da una parte ipogea, cioè la grotta, e una parte esterna. L'edificio romanico risale al X secolo attestato in un atto del 962. Nella grotta è presente una delle poche Scale Sante presenti in Italia, la parte esterna venne completata nel XVI secolo. Secondo la leggenda, il soldato romano Vittore, si rifugiò nella grotta per scampare alle persecuzioni di Diocleziano.