Dodici piatti in porcellana policroma e dorata, Napoli, secondo quarto del XIX secolo raffiguranti Vedute del Regno
diametro cm 22
I piatti presentano una tesa decorata da fregi vegetali stilizzati in oro lucido su oro opaco diversi da piatto a piatto. Nei cavetti sono raffigurate in policromia le seguenti vedute:
Real Palazzo di Capodimonte
Tempio di otto lati dedicato a Giunone al Capo d'Averno
Veduta del camino da Napoli a Pesto
Castello dell'Ovo dell'Acqua Ferrata
Antico Castello di Montebello in Calabria Ultra
Sbocco del Canale del faro di Messino
Marina Piccola di Sorrento
Ponte a Sorrento
Marina di Pozzano a Castellammare
Napoli dalla strada nuova del campo
Avanzi delle famose Fabriche della Città di Cuma
Real Casino di Portici
Titolati al verso
Le élite europee tra Neoclassicismo e Romanticismo percorsero la nostra penisola alla ricerca di bellezza e di storia, raccontate dalle opere d’arte e dai monumenti italiani. Il desiderio di trattenere con sé l’emozione delle magnifiche vedute e dei tesori incontrati crearono il bisogno di una produzione di dipinti, sculture, miniature, incisioni e ceramiche che ricordassero il loro viaggio. I souvenirs d’Italie. Napoli e il suo territorio furono meta privilegiata per i viaggiatori curiosi delle rovine classiche o desiderosi di avventurarsi nei misteri naturali di un vulcano attivo o di conoscere i costumi degli abitanti. Sono questi i temi trattati dalla celebre produzione di porcellana partenopea. Voluta da Carlo III a Capodimonte, passata di mano al figlio Ferdinando IV e poi sotto il dominio napoleonico a Poulard Prad e poi numerose piccole manifatture tra cui quella di Raffaele Giovine. Nella ricca produzione troviamo rappresentati i temi classici come le vedute del Regno, i costumi del Regno, le rovine classiche e i soggetti mitologici. E’ noto lo splendido Servizio delle Vedute del Regno detto Dell’Oca in porcellana composto da ben 411 pezzi e decorato nel cavetto con vedute napoletane e delle principali città del Regno, scorci caratteristici, vedute del Vesuvio, delle isole, dei porti e dell’entroterra. Il servizio datato 1793 – 1795 è l’eccellenza di una serie di servizi con le vedute del Regno che saranno prodotte sino alla metà del XIX secolo. I repertori grafici derivano spesso dalle cosiddette Vestiture del Regno e la Raccolta delle più interessanti vedute della città di Napoli di Giuseppe Bracci e incisa da Antonio Cardon tra 1765 e il 1770. Il gruppo qui presentato è databile attorno al 1830-1835 e, dato l’impianto decorativo, può essere collocato in un ambito vicino a Raffaele Giovine che, dopo essere stato alle dipendenze di Giovanni Pattey, aprì il suo laboratorio verso il 1825.