Provenienza: Galleria Lorenzelli, Bergamo
Esposizioni: Christoforo Munari e la natura morta emiliana, Parma, 1964
Bibliografia: A. Ghidiglia Quintavalle, Christoforo Munari e la natura morta emiliana, Parma 1964, tavv. 20-21
Il dipinto esposto come inedito alla mostra monografica dedicata a Munari nel 1964 a Parma è presentato en pendant con un altro dipinto raffigurante una Natura morta di frutta con tappeto, strumenti e libri. In entrambi la mano di Munari è riconoscibile e attestabile poichè “sono le frutta ricche di linfa dei quadri della Galleria Nazionale di Parma, il vassoio luccicante e i gelsomini di un quadro nella Villa di Artimino, il cartoccio spiegazzato di uno dei quadri della collezione Corvi Mora a Maganza di Piacenza, mentre il vaso ad anfora con paesaggio e fronde ricompare in un quadro di Ascoli Piceno”.
Cristoforo Munari pittore di nature morte, venne già descritto nel XVIII secolo dal biografo Francesco Maria Niccolò Gaburri come “un eccellente pittore nella rappresentazione di cucine, strumenti, tappeti, vasi, frutta e fiori”. (Vite de ‘pittori, Firenze, 1730-1740 ca.). La raffinatezza delle sue composizioni si distingue su tutti i pittori dello stesso tema per alcune cifre pittoriche che spesso ricompaiono, come le ceramiche o come le luci fredde che fanno spesso brillare gli oggetti o come la giustapposizione di elementi fragili come i vetri sospesi su un’alzata e la scodella rovesciata sul piatto