Tavernier Andrea, nacque a Torino nel 1856, studiò e completò gli studi presso l’Accademia Albertina. A Torino ebbe come maestro il Gastaldi, le prime gratificazioni e i primi premi scolastici fra il 1882 e il 1885. Nel 1884 la sua prima mostra, all’Esposizione Nazionale torinese con Rugiade Primaverili, poi fino al 1923 fu sempre presente alle mostre della Promotrice e del Circolo degli Artisti.
In questo periodo l’artista si dedica allo studio degli effetti luminosi , molto rilevanti sia nei quadri di figura e nei ritratti.
Nel 1890 a Roma si dedicò alle vedute della città e della campagna romana, poi a Torino il suo interesse cadde sul paesaggio alpino. Cercò ispirazione in Abruzzo sulla riviera adriatica, qui nacquero “Gli effimeri”, un trittico, che espose alla Biennale di Venezia nel 1903. Trasferitosi nella periferia di Roma nel 1909 fu sempre considerato un artista molto raffinato, frequentato solo da veri intenditori, uno dei più quotati nelle aste internazionali.
Fu giustamente considerato uno dei maestri più puri e anomali del Divisionismo. Espose alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma, alla Galleria d‘Arte Moderna di Torino, al Museo Revoltella di Trieste e alla Fondazione San Paolo di Torino, dove fu sempre presentato e considerato come un artista di prestigio, nonostante uno dei meno noti al grande pubblico.
Sorprendeva di Tavernier l’uso della luce, che si evolve, fu capace di farla diventare il soggetto dei suoi quadri, mettendo in secondo piano un bosco, una chiesa, o i viali di un parco, un particolare questo che lo colloca tra i protagonista di questo secolo.
Di lui scrisse nel 1952 Roberto Melli, critico, pittore e poeta : “Come un novello Prometeo, da secoli densi e bui, ci ha portato la luce e l’ha messa nelle sue opere, affinché brilli, vibrante, nella riservatezza di una stanza, fermando per sempre, e solo per noi, l’ora di un giorno ormai perduto per l’eternità.” A detta della critica, fu uno dei migliori a raccontare con semplicità e umiltà paesaggi e scene di vita quotidiana, dipinti ancora oggi molto ricercati dai collezionisti. Morì a Grottaferrata (Roma) il 16 novembre 1932.