Nato a Napoli, nel 1799, Salvatore Fergola fu un pittore italiano, vissuto abbastanza a lungo per poter abbracciare tutti i cambiamenti e la sostanza della corrente culturale ed artistica di quell’epoca.
Sono molto interessanti e degni di nota i dipinti ma anche le diverse opere che si possono ricordare a nome di questo artista, che era figlio d’arte e che come molti altri pittori del suo tempo, riuscì ad avere una buona formazione artistica anche grazie al padre, Luigi Fergola, un intagliatore.
Gli insegnamenti del padre lo portarono ben presto ad apprezzare la letteratura, l’architettura, e l’arte in generale: inizialmente, insieme al genitore, si interessò di Vedutismo, particolare e caratteristica corrente che si era sviluppata all’inizio del Settecento a Venezia.
Questo movimento artistico rappresentò per il napoletano Salvatore Fergola la possibilità di trasferire i princìpi di questa corrente anche nelle modalità artistiche napoletane: come è noto, infatti, il Vedutismo era caratterizzato da un grande interesse da parte dei pittori per le vedute – da qui il nome caratteristico – che potevano essere sia semplici paesaggi naturali, sa paesaggi cittadini e scene quotidiane di città.
Il pittore si interessò di Vedutismo partendo dai caratteristici esempi di un artista, Jakob Philipp Hackert, pittore tedesco vissuto nel Settecento che aveva avuto modo di lavorare parecchio sul suolo italiano.
In un secondo tempo, il giovane artista ebbe la possibilità di frequentare l’Ufficio topografico di Napoli, dove riuscì a farsi notare per le sue modalità di pittore paesaggistico e di vedute, ed a farsi apprezzare dalla corte dei Borboni, che, rimanendo affascinati da alcuni dei suoi dipinti, gli commissionarono diverse opere.
I dipinti dal titolo Napoli da Capodimonte, Napoli dalla Marinella, Napoli dal Ponte della Maddalena ne furono un esempio.
Diventato pittore di corte nel 1830, si spense a Napoli nel 1877.