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Antichità Giglio
De Maria Mario

(Bologna, 9 settembre 1852 –18 marzo 1924)

Nato nel capoluogo emiliano nel 1852 da madre e padre aristocratici, De Maria vanta un albero genealogico costellato di personalità artistiche, il bisnonno su direttore dell’orchestra di San Pietroburgo, il nonno scultore e il padre, pur svolgendo al professione medica, si dedicava alla pittura e al collezionismo.

Nonostante la famiglia desiderasse che seguisse le orme del padre, De Maria preferì seguire le proprie inclinazioni, in un primo momento di dedicò alla musica (passione che mai abbandonò) iscrivendosi al Conservatorio, poco dopo nel 1872 si iscrisse all’ Accademia di Belle Arti di Bologna che frequentò fino al 1878. Ancora studente intraprende numerosi viaggi in Italia ed in Europa al fine di incrementare la sua conoscenza dell’arte ed della cultura.
Nel 1878 si recò a Parigi per l’Esposizione Universale grazie alla quale ebbe modo di entrare in contatto con le opere di Delacroix e Decamps. Dopo una breve permanenza a Londra si trasferì a Roma dove il contatto con personalità di livello quali D’Annunzio, Morandi, Pazzini e Vannicola ne completarono la maturazione artistica.

Pur avendo un ruolo di spicco nell’ambito della cultura capitolina, De Maria non disdegna lunghe passeggiate per la campagna romana durante le quali approfondisce il suo talento per la fotografia. Il periodo di maggiore fama lo raggiunge con l’esposizione di diciotto dei suoi dipinti alla I Mostra della Società In arte libertas, durante la quale venne acclamato come la maggiore rivelazione. A partire dal 1887 intensificò i rapporti con l’ambiente tedesco, il matrimonio con Emma, una donna tedesca, lo portarono a soggiornare frequentemente in Germania ciò gli permise di esporre nelle principali città riportando un vasto successo. Nel 1892 si trasferì stabilmente a Venezia, in questo periodo iniziò la sua intensa produzione di paesaggi ritraenti la lugana caratterizzati da visioni macabre.
Dal 1895 al 1935 le sue opere furono sempre esposte alla Biennale di Venezia, nel 1909 ebbe una mostra individuale

La morte prematura della figlia Silvia lo trascinano nella depressione e viene ricoverato in una clinica psichiatrica di Berna, al suo rientro a Venezia decide di costruire una casa in memoria della figlie e ne segue la progettazione. Gli anni seguenti lo vedono in stretta opposizione alle nuove generazioni delle avanguardie, fra cui i futuristi, rimanendo stabilmente ancorato alla sua visione dell’arte, De Maria muore a Venezia il 18 marzo del 1924.

Lino Giglio è iscritto all'Albo del Tribunale di Milano CTU n° 12101
e iscritto al ruolo dei PERITI ed ESPERTI n° 2683 Camera di Commercio di Milano.


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