Lojàcono Francesco nacque a Palermo il 1838 e fu considerato dalla critica un importante esponente dell’arte paesaggistica siciliana. Nei primi anni della sua formazione si trasferì a Napoli, dove fu allievo di F. Palizzi suo mentore che influenzò particolarmente il suo stile pittorico. La sua attività si concentrò prevalentemente a Napoli e a Palermo, terre che furono per lui una vera e propria fonte d’ispirazione.
La sua permanenza a Napoli gli permise di affinare notevolmente le sue doti artistiche grazie anche all’influenza di pittori viaggiatori che influenzarono il suo stile e il suo modo di concepire la pittura. Dopo alcuni anni nella città partenopea si trasferì a Firenze, esperienza che lo mise in contatto con i Macchiaioli.
A soli ventidue anni insieme al padre e al fratello prese parte alla spedizione dei Mille esattamente subito dopo lo sbarco a Marsala nel 1860. Prese parte alla Battaglia di Milazzoma in cui fu ferito e combatté al fianco di Nino Bixio e Vincenzo Ragusa nella Battaglia del Volturno per poi nel 1862 essere catturato sull’Aspromonte e fatto prigioniero.
Una volta rientrato in Sicilia le sue vicissitudini e la conoscenza di personaggi influenti gli permisero di ottenere una discreta fama, cosa che gli permise giovanissimo di esporre a Firenze Mare all’ Acquasanta acquistato da Menabrea, il primo presidente del consiglio del Regno d’Italia. A Vienna e Parigi espose nel 1870 e in fase successiva divenne Professore di Paesaggio all’Accademia di Belle Arti di Napoli.
Lojàcono venne più volte sopranominato Ladro del sole, nomignolo legato alla sua capacità di dare alle sue opere una luminosità unica, cosa che gli valse una fama e una notorietà a livello internazionale che si consolidarono ulteriormente con l’Esposizione internazionale di Parigi. Partecipò alla Biennale di Venezia e tra i suoi committenti ricordiamo la Regina Margherita di Savoia che acquistò L’arrivo inatteso per il Palazzo del Quirinale.
Morì a Palermo nel 1915 lasciando tutto nelle mani del pittore Gennaro Pardo suo amico considerato da molti critici il suo effettivo erede artistico.