Pittore esponente del neoclassicismo lombardo, Giacomo Trecourt nacque a Bergamo nel 1812 in una famiglia dalle condizioni economiche modeste che lo costrinse sin da subito a entrare in contatto con la difficile realtà del lavoro. L’amore per l’arte e la pittura però convinsero ben presto la famiglia a permettergli di iscriversi all’Accademia di Carrara.
Ebbe così la possibilità di conoscere Giuseppe Diotti di cui fu allievo. Strinse amicizia con personalità importanti quali Giovanni Carnavoli soprannominato il Piccio. La sua conoscenza permise al Trecourt al di vivere forse una delle più belle esperienze della sia vita: fu infatti con il Piccio che si recò a piede a Parigi per poter studiare l’opera di Delacroix, grande fonte di ispirazione per l’attività dell’artista.
La sua attività artistica ebbe inizio rapidamente e inizialmente ebbe la possibilità di esporre in diverse rassegne ed esposizioni pittoriche riuscendo anche ad avere importanti riconoscimenti che premiavano soprattutto il suo tentativo di riportare il classicismo nell’arte di quei tempi.
Nel 1861 partecipò all’esposizione nazionale di Firenze grazie al quale ricavò ampia notorietà specialmente per le opere ispirate a scene popolari intrise di sentimentalismo quasi a volte al limite del patetico come è possibile notare nella Notizia di sciagura che mira a commuovere lo spettatore colpendo la sua sensibilità.
Noto anche per le sue doti ritrattistiche, con il tempo riuscì ad abbandonare l’eccessiva emotività avvinandosi a uno stile più controllato com’è possibile notare con il Ritratto di Bice Presti Tascadel 1845.
Fu Direttore della Civica scuola di pittura di Pavia, città in cui visse fino agli ultimi anni della sua vita che si spense nel 1882. Trecourt si ricorda anche per le opere di quadri d’ispirazione religioso che decorano le chiese di Zanica, Villongo e Urgnano.
Ma l’opera più importante e famosa che si discosta dalla pittura ufficiale e accademica è sicuramente l’Autoritratto appartenente alla collezione di Clausetti di Milano.