Andrea Figari (Sassari, 30 novembre 1858 – Genova, 20 novembre 1945) nato da Angelo e Margherita Mortola era soprannominato “Il Tempesta dell’800” per la sua capacità di comunicare con le sue marine. Frequenta nel 1874 la scuola speciale di paesaggio, presso l’Accademia Ligustica di Belle Arti e determinante è stato per lui l’insegnamento di Tammar Luxoro, famoso critico d’arte e banditore della pittura di paesaggio. Proprio a questa fase appartengono, inoltre, le sue opere migliori.
Dipinge nei luoghi cari ai “grigi”, a Carcare, sulla Bormida, nelle valli del Piemonte, a Genova in San Nazaro e in Albaro, e anche vedute e paesaggi del porto di Genova. Il suo esordio alle mostre avviene nel 1880 per poi partecipare alle Promotrici genovesi mentre nel 1882 partecipa all’Esposizione della Promotrice delle Belle Arti a Torino. Sempre nel 1882 partecipa, in occasione delle Feste Colombiane, all’Esposizione organizzata per questo evento con il dipinto “Con le sartie infrante” acquistato dal Re Umberto e il dipinto “In alto mare“, acquistato dal Comune di Genova.
Conosce, frequenta e diventa amico di molti pittori, tra questi: Guido Meineri, Angelo Costa, Giuseppe Pennasilico, Cesare Viazzi e nel 1895 viene nominato Accademico di Merito della Ligustica. In questo suo primo percorso viene influenzato molto da Tammar Luxoro, suo primo maestro. I suoi dipinti presentano pennellate lunghe e filamentose, con effetto molto particolare. Poi successivamente la sua pittura a conferma del suo grande talento si modifica e lo conduce ad una pittura più intima e di gusto, capace di ricreare atmosfere uniche.
Le sue opere presso la Galleria d’Arte Moderna di Genova Nervi, il Museo del Cairo, la Cassa Marittima di Genova e la Camera di Commercio di Genova lo testimoniano. Col tempo l’arte di Andrea Figari diventa meno intima ma più squadrata e molto vicina alla natura. Resta sempre affascinato dal mare e dal potere del suo impeto e muore il 20 novembre 1945, nella sua abitazione di Genova-Sturla, in un appartamento rivolto verso il mare, quel mare che lo affascinava e che ha sempre avuto il potere di eccitare il suo impeto.