Ettore Tito nasce a Castellammare di Stabia, nel 1859. È stato un pittore e scultore italiano. Aveva poco più di otto anni quando la famiglia si trasferì a Venezia.
Studiò all’Accademia di belle arti di Venezia e fu qui introdotto all’età di dodici anni sulla base delle sue grandi capacità espresse nel disegno. Nel 1876, a diciotto anni terminò la scuola vincendo il premio della classe di “Pittura di Storia”.
Nel 1887 si fece conoscere da un’audience più ampia prendendo parte e vincendo all’EsposizioneNazionale di Venezia con l’opera “Pescheria vecchia”. Nel 1895 diventò professore all’Accademia delle Belle Arti e inaugurò la prima Esposizione Internazionale d’arte di Venezia (I Biennale).
In questa occasione presentò due opere “La fortuna” e “Processione”. Grazie a questo evento conobbe i più importanti artisti europei: Sartorio, Sargent, Von Stuck, Albert Besnard, Anders Zorn, Joaquin Sorolla, e Boldini.
Alla Biennale nel 1897 vinse il primo premio in ex aequo con Alessandro Milesi con l’opera “Sulla laguna”, quadro che raffigura un gondoliere che porta nella sua imbarcazione una ragazza.
Nel 1901 sempre alla Biennale oltre a un’altra versione di Pescheria mandò anche una statua, che raffigurava un nudo femminile intitolato “Sorgente”. Nel 1915 causa il conflitto mondiale si trasferì con tutta la famiglia a Roma poiché riteneva Venezia un città poco sicura.
Qui ebbe molte commissioni. La più importante fu il ciclo d’affreschi di Villa Berlinghieri, oggi ambasciata dell’Arabia Saudita. Ha rappresentato innumerevoli soggetti, paesaggi, ritratti, soggetti marini, ma anche soggetti mitologici e religiosi ispirati alla pittura veneta del XVIII secolo.
Nel 1929 fu nominato Accademico d’Italia e nel 1933 gli fu ordinato di sostituire la decorazione del soffitto della Chiesa di Santa Maria di Nazareth a Venezia, decorazione di Giambattista Tiepolo, distrutta nel 1917.
Fu uno scultore di ispirazione classica. Il suo talento uscì fuori soprattutto dipingendo il realismo della vita veneziana popolare e fu anche uno scultore di ispirazione classica.
Nel 1936 gli venne dedicata l’ultima mostra personale alla XX Biennale e nel 1940 come premio alla carriera, partecipò all’Esposizione con un quadro simbolico, “I maestri veneziani”. Ettore Tito morì il 26 giugno 1941 e le sue spoglie si trovano nella Chiesa degli Scalzi dove c’è il suo monumentale lavoro.