Pittore schivo e riservato, non amante della vita mondana e della celebrità cui ha spesso preferito la pace delle campagne, da cui ha tratto ispirazione per suoi numerosi dipinti. Ebbe notevole fortuna durante la sua vita artistica ma il suo naturalismo non riuscì a superare le barriere del tempo e purtroppo la sua popolarità perse di vigore dopo solo due anni dalla sua morte.
Nato a Lastra Signa (Firenze) il 14 dicembre 1835, primogenito di otto figli, fu indirizzato all’arte dal padre che voleva orientarlo verso l’arte ornatista. Entrò nell’Accademia delle Belle Arti a Firenze, dove studiò disegno, figura e prospettiva con ottimi risultati. Finita l’Accademia, soggiornò qualche anno a Firenze, dove conobbe personalità influenti come E. Pollastrini e S. Bussi che lo avviarono alla composizione storica-anedottica. Nei suoi primi anni giovanili i suoi dipinti mostrano un’impronta neoclassica con un deciso orientamento verso l’osservazione e la resa realistica che si rende concreto nell’arte del ritratto (La fidanzata del pittore, 1858). Nel 1862 torna nel suo paese d’origine, si sposa e inizia la sua attività di pittore. In questi anni si dedica ai dipinti storici quali l’incontro Carlo VIII con gli ambasciatori fiorentini a Ponte a Signa (conservato nel palazzo municipale). L’impronta accademica è ancora notevolmente evidente soprattutto nei quadretti settecenteschi che spesso gli erano commissionati dalla galleria Pisani di Firenze.
Nel corso degli anni la sua arte abbandonò progressivamente i ferrei crismi accademici per avvicinarsi a uno stile più realistico traendo ispirazione dalle campagne toscane, di cui era profondamente innamorato. Il suo disegno incisivo e plastico mettevano in risalto i contorni vividi della natura e della vita campestre, immortalando attimi di quotidianità, ispirandosi il più possibile al vero. Dipinti quali “Il ritorno alla fiera” (1862), “La visita” (1863), evidenziano il suo tentativo di rappresentare il vero. Alla Promotrice del 1868 presentarono Le trecciaiole (1867: Londra, National Gallery) che testimoniano la sua volontà di dedicarsi a opere più complesse e vaste. La tela colpì particolarmente per le sue dimensioni e per la tematica rurale affrontata nella sua totalità: i personaggi dimessi, dediti al lavoro dei campi rispecchiano attimi di vita vera, nello sfondo di una campagna dipinta con colori tenui scelti in maniera tale da fare risaltare la presenza scenica delle sue figure.
Spostatosi a Parigi nel 1878, in occasione dell’Esposizione universale dove espose i dipinti La boscaiola e Gita in barca, entrò in contatto con il naturalismo francese di cui rimase profondamente affascinato. Iniziò così un periodo particolarmente florido per l’artista, che per commissione del conte di Frassineto, realizzò le sue opere più importanti quali: L’infioccatura, 1877; Verso l’ovile, La barca, La caccia, Il ballo, del 1879; Il carro, 1881 e molti altri.
Nel 1891 le vicissitudini familiari e la sofferenza provocata dalla morte del figlio, condussero l’artista a una forte forma di depressione che incise notevolmente sulla sua attività artistica che ebbe negli anni progressive battute d’arresto, ritirandosi sempre più a vita privata, per poi spegnersi nel 1912 a Firenze.