Niccolò Cannicci è stato un pittore italiano, nato a Firenze nel 1846 e ivi morto nel 1906. È conosciuto soprattutto per i suoi dipinti appartenenti alla seconda generazione dei macchiaioli, corrente con cui entrò in contatto grazie ai rapporti con il Fattori e il Signorini.
Dopo una prima educazione pittorica ricevuta dal padre, il quale si dedicava principalmente a riprodurre quadri della scuola fiorentina, Cannucci studiò all’Accademia delle Belle Arti di Firenze, per poi frequentare saltuariamente la Scuola libera del nudo di Antonio Ciseri. A causa di alcuni problemi di salute, nel 1868 fu costretto a ritirarsi nella casa del padre in campagna a San Gimignano, dove concentrò le sue attenzioni sullo studio della natura.
Le prime opere di Cannucci, come La fidanzata (1870) e La sosta in cima al paese (1871), mostrano un pittore di stampo ancora purista e che predilige quadri di genere. Nel 1872, infatti, prese parte alla mostra di belle arti a Firenze con i dipinti Filo elettrico, Cenerentola, Una famiglia.
Dopo il suo viaggio a Parigi nel 1875, che gli permise di entrare in contatto anche con alcuni esponenti dell’impressionismo, cambiò completamente filone e si dedicò al paesaggio, alla maniera dei macchiaioli. Principale fonte di ispirazione furono senza dubbio la Maremma Toscana e gli immensi campi di San Gimignano, unita ad una forte sensibilità verso la natura.
Tra i quadri più conosciuti di quel periodo si ricordano: Vita tranquilla, esposto a Parigi nel 1878; Semina del grano in Toscana, presente all’Esposizione d’arte di Torino nel 1884; Le rogazioni(1886), con cui partecipò alla terza Esposizione d’arte di Venezia nel 1899. Al 1890 si fa risalire La mungitura delle pecore e al 1891 La piccola etrusca. Morì il 19 gennaio del 1906 a Firenze, dove lasciò incompiute alcune opere destinate all’Esposizione di Milano.