Avondo Vittorio fu un pittore italiano divenuto noto grazie ai dipinti paesaggistici, uno dei soggetti preferiti dall’artista, resi con straordinaria eleganza e maestria.
Avondo nacque a Torino nel 1836 in una famiglia borghese. Studiò presso il Ginnasio di Vercelli dopodiché si appassionò alla pittura e decise di frequentare l’Accademia di Belle Arti di Pisa. Non pago, volle approfondire gli studi dei dipinti antichi paesaggistici e per tale motivo si recò a Ginevra dove potè studiare con il pittore Calame, ebbe modo di conoscere anche il Fontanesi ed il Corot.
Fin da subito il giovane artista rimase affascinato dalla pittura impressionista francese che ebbe modo di vedere da vicino a Parigi, in un esposizione del 1855. Poi venne a contatto con i macchiaioli a Firenze. S’interessò anche di arte antica ma soprattutto riuscì a maturare un personale stile pittorico assorbendo le caratteristiche dei movimenti, fondendole e slegandosene al tempo stesso.
Il debutto di Avondo passò alquanto in sordina, ebbe luogo a Roma, nel 1857 e non conseguì molto successo. Il pittore decise dunque di tornare a Torino, dove rimase per sei anni prima di trasferirsi a Lozzolo, suo paese natale. Nel 1856 lavorò presso il museo del Bargello mentre nel 1864 fu eletto nel comitato della Esposizione di Oggetti d’arte a Firenze.
Nel 1866 fu costretto a fuggire dalla sua casa natia, Castello di Lozzolo, a causa di un’epidemia di colera, un atto necessario che però gli costò molto visto il grande affetto nutrito per il suo paese e testimoniato dai suoi dipinti antichi donati alle parrocchie, come il “San Giulio” ed il “San Giorgio” nella Chiesa Parrochiale.
Nonostante il poco successo non si trovò in difficoltà economiche tanto che nel 1872 acquistò il Castello di Issogne (poi donato allo patria nel 1907). Nel 1884 lavorò, con il D’Andrade, alla realizzazione del Borgo medievale a Torino.
Divenne direttore del Museo Civico di Torino nel 1891 e lo rimase fino al decesso, avvenuto a Torino nel 1836.