Cugino di Giovanni Giacometti, altro artista dei suoi tempi, Augusto Giacometti nacque a Borgonovo di Stampa, in Val Bregaglia, il 16 agosto 1877 e fu un noto pittore ed artista dalle pennellate delicate e dallo stile unico.
Come il cugino, anche Augusto non proveniva da una famiglia particolarmente ricca: infatti i genitori, Giacomo Giacometti e Marta Stampa, erano dei semplici contadini ma consentirono al giovane di studiare presso diverse scuole, prima a Stampa, poi a Coira ed infine a Zurigo, dove ebbe modo di frequentare la Scuola di arti applicate e diplomarsi come docente di disegno.
Nel corso dei suoi studi, il giovane pittore risentì di diverse influenze artistiche e culturali: dapprima, a Parigi, nel 1897, Giacometti fu influenzato dalla carica stilistica di Eugène Grasset, di cui fu allievo presso la Scuola di Arti Decorative. Ed è proprio qui, grazie all’insegnamento di Grasset, che Augusto rafforzò la sua capacità nella manualità e le sue doti artistiche decorative, riuscendo ad affermarsi anche nella manifattura artigianale, confezionando orologi, vetri, mosaici.
Poi, nel periodo in cui visse a Firenze (fino al 1915), poté apprendere molto dall’arte rinascimentale, influenzato in particolare dal Beato Angelico ed in generale da molti altri artisti che fecero la storia dell’arte del Rinascimento.
Il suo stile fu molto eclettico, influenzato spesso dai luoghi visitati e dagli artisti di cui ebbe modo di apprenderne le caratteristiche pittoriche e stilistiche: presso il Caffè Le Giubbe Rosse conobbe Giovanni Papini, Ardengo Soffici, e Giuseppe Prezzolini, ma l’anno della svolta fu il 1914 quando Augusto ricevette, in Svizzera, diversi incarichi pubblici per l’Università di Zurigo e per la chiesa di San Pietro, a Coltura.
Dal 1917 fu colpito dal Dadaismo, corrente artistica di cui apprezzò in particolare lo slancio espressivo e la libertà di espressione. Poi, nel 1921 ebbe modo di visitare altre nazioni europee, apprendendo qualcosa da ognuna di esse: visitò la Danimarca, la Germania, l’Olanda e la Svezia, ma anche l’Inghilterra – dove ebbe modo di conoscere William Turner – e l’Africa.
Gli ultimi anni della sua vita non furono particolarmente produttivi: infatti, la produzione artistica di Giacometti risentì della guerra di quegli anni, ed il pittore chiuse il capitolo della sua vita con un’autobiografia, Da Stampa a Firenze, che fu pubblicata nel 1943.
Augusto Giacometti si spense a Zurigo, il 9 giugno del 1947, colpito da un infarto.