Carlo Arienti fu un pittore italiano, noto per i suoi dipinti antichi di straordinaria bellezza, armoniosità e delicatezza.
Nacque ad Arcore nel 1801 e trascorse gran parte dell’infanzia a Mantova, dove suo padre fu direttore botanico dei giardini cittadini. L’Arienti sin da giovane iniziò a mostrare un certo interesse per la pittura ed in particolare per le tele del Mantegna e del Romano.
L’approccio iniziale dell’Arienti con la pittura fu da autodidatta poi, durante gli anni della formazione, studiò presso il Sabatelli, con il quale strinse un legame fraterno, a Milano dove si trasferì alla morte del padre, quindi si diresse a Roma (1824 -1829) per tornare infine a Milano nel 1831.
In seguito al ritorno a casa, a Milano, Arienti debuttò con un ritratto del Bellini, a cui seguirono numerose opere storiche, la vera passione di quest’artista. Fra le prime commissioni importanti ricordiamo anche: Maddalena penitente, esposta nel 1829 a Brera, dipinta per la contessa Giulia Samoyloff.
Uno dei lavori più importanti fu la sostituzione del Sabatelli ai lavori per la realizzazione della cattedrale di Brera. Nel 1823 tenne una mostra con alcuni dei suoi dipinti antichi più famosi: Temistocle che chiede ospitalità e Oreste che si palesa alla sorella Elettra.
Dopo il debutto nel mondo artistico, l’Arienti decise di dedicarsi all’insegnamento della pittura a Torino all’Accademia Albertina (1843-1854). Successivamente insegnò anche a Bologna, all’Accademia, nel 1859 ed a Brera.
Contemporaneamente continuò ligio a dedicarsi all’arte ricevendo commissioni per quadrireligiosi, ritratti e soggetti storici. Ricordiamo alcuni importanti dipinti quali: La morte di Barnabò Visconti, Ildegarda al verone, Beatrice di Tenda, Orombello, Ettore Fieramosca che si assente da Ginevra, Morte di Giovanni Maria Visconti, Il conte Alfonso Porro Schiaffinati in abito da cacciatore, Episodio del Diluvio Universale, La congiura dei Pazzi e Citennestra.
Arienti morì presso Bologna il 21 luglio 1873.