Antonio Canova nasce a Possagno il 1º novembre 1757 ed è stato uno scultore e pittore italiano, ritenuto il principale esponente della corrente Neoclassica e conosciuto per questo con il nome di “nuovo Fidia”. Iniziò a Venezia, giovanissimo, il suo apprendistato.
Qui iniziò a scolpire le sue prime opere. Subì l’influenza e il fascino di Gian Lorenzo Bernini, indiscusso scultore e maestro dello stile barocco del seicento. Fu in particolare il cantore della bellezza ideale e ha lasciato opere memorabili, come le Tre Grazie ed Ebe e veri capolavori come la Venere italica, la Venere uscente dal bagno e la statua dedicata a Paolina Borghese.
L’arte di Antonio Canova, la sua genialità influenzarono molto la scultura dell’epoca. A Roma conobbe i più importanti protagonisti del neoclassicismo e si inserì tra i grandi della capitale della cultura del Settecento, tanto che dopo la sua morte la critica sostenne che mai l’Italia aveva avuto un ruolo di prim’ordine nel panorama europeo.
A Canova veniva attribuito il merito artistico di far rivivere, nelle sue opere, la bellezza e la grazia delle statue greche. L’arte, di Canova, ricalcava le tecniche degli scultori greci antichi, dallo schizzo alla forma reale dell’opera.
Molte delle sue opere in gesso copiate oggi sono pezzi unici al mondo, considerato che gli originali in marmo andarono distrutti o persi. Tra questi rientrano il monumento a George Washington, i busti di Gioacchino Murat e di Carolina Bonaparte, regnanti di Napoli.
Le cronache lo descrivono come un vero lavoratore, in grado di stare su un’opera anche 15 ore al giorno senza fermarsi un attimo. Canova svolse anche l’attività di pittore. La magnificenza delle sue sculture lo poneva come pittore non di primo piano.
Si racconta che il Canova nel confidarsi con un amico diceva che lui dipingeva solo per sé e a fatica mostrava le opere al pubblico. Questo è uno dei motivi per cui quasi tutta l’opera è rimasta di sua proprietà. Possagno rappresenta il luogo dell’incontro con la cultura del Canova. La sua casa natale è diventata un museo che raccoglie molte cose della sua grande eredità d’arte. Mori a Venezia il 13 ottobre 1822.