COD. 1594
Giovanni Maffezzoli (Cremona 1774 -1818)
Raro e importante secrétaire intarsiato in legni diversi
Giovanni Maffezzoli (Cremona 1774 - 1818)
Raro e importante secrétaire intarsiato in legni diversi, cm 156x124x60. Firmato sul fronte e sul fianco destro.
L’attribuzione del mobile presentato è evidente dalla splendida resa pittorica degli intarsi ad architetture che rende celebre Maffezzoli. Le due firme, una sul fronte e l’altra sul fianco destro confermano la prima intuizione. Se questo non fosse sufficiente grazie ad una ulteriore ricerca, viene in aiuto il testo di Luisa Bandera, Giovanni Maffezzoli, intarsiatore cremonese, Firenze, 1964; estratto da “antichità viva” n. 7-8.
Giovanni Maffezzoli l’allievo più illustre di Giuseppe Maggiolini, già in giovane età raggiunge notevole successo come autore di mobili importanti per nobili famiglie milanesi e nomi altolocati quali lo stesso viceré Eugenio de Beauharnais. Il gusto di questi anni abbandona le forme bombate e roccocò del passato per preferire un gusto francese ispirato ai modelli di ebanisti quali Oben, Riesener e Roentgen. Le forme sono semplici con sagome dritte e austere ma alleggerite da straordinari intarsi in legni rari e con disegni delicati come trofei, bouquets, rovine e vedute.
In questo contesto culturale e artistico Maffezzoli si inserisce con tutta la sua abilità di intarsiatore. Dopo il soggiorno milanese, torna a Cremona e tra i suoi primi lavori vi è l’arredamento di una stanza del palazzo Mina Bolzesi proprio a Cremona che, dalla data riportata sul tavolo da centro, è da collocarsi al 1795. Ed è tra i mobili di questa fornitura che troviamo la pietra di paragone con il nostro secrétaire. Una credenza a mezzaluna ad ante stondate presenta intarsi del tutto simili alla calatoia del mobile qui presentato. “I due sportelli sono ornati da vedute che per il loro aspetto aperto e arioso intensamente chiaroscurato, per il fare sciolto e guizzante (vedasi la bellezza delle fronde degli alberi) sembrano ricordare coeve composizioni venete, come i paesaggi di Giuseppe Bernardino Bisson” (L. Bandera, ibidem). Infatti, i due palazzi a destra del pannello, la roccia sulla quale sono costruiti, il passaggio verso le figure assise, le architetture e il borgo che si affacciano sullo specchio d’acqua sono perfettamente identiche sull’anta della credenza e sulla calatoia del secrétaire, indice dell’utilizzo del medesimo cartone.
2024.14.1
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