Giovan Battista Quadrone nasce a Mondovi nel 1844 e fu noto pittore italiano. Nato in una famiglia benestante, ebbe modo sin dai primi anni della sua adolescenza a dare libero sfogo alle sue inclinazioni artistiche, rinunciando alla redditizia attività familiare. Nel 1861 si iscrisse all’Accademia Albertina di Torino dove fu allievo di Enrico Gamba e di Gaetano Ferri.
Una volta diplomato ebbe modo di partecipare a diversi concorsi, mostrando tutto il suo talento, talento premiato al concorso triennale di pittura con la tela Eudoro e Cimodocea nel Colosseo nel momento di essere aggrediti dalla fiera.
Si trasferì a Parigi per diversi anni, dove ebbe modo di frequentare lo studio di Jean-Léon Gérome con l’intento di arricchire la sua esperienza di artista avvicinandosi alla espressività transalpina.
Con l’avvento della guerra franco-prussiano, il Quadrone fu costretto a rientrare in Italia, trasferendosi a Torino. Ed è qui che il Quadrone ebbe modo di mettere a frutto la breve esperienza francese realizzando una pittura precisa e meticolosa e passando da soggetti storici a momenti di vita quotidiana in costume, descritti con lieve ironia o addirittura con eccessiva teatralità cosa che gli valse il soprannome di Meissonier italiano.
Di questo periodo furono le opere Soliloquio, Uff, com’è dura, Un Giullare, opere che presentò nel 1871 alla Promotrice di Torino e alla Galleria d’arte di Luigi Pisani a Firenze.
La forte crisi economica che colpì l’Europa di quegli anni, costrinsero il Quadrone a cercare nuovi sbocchi di mercato specialmente in Inghilterra e Francia. In questi anni la sua pittura cambia nuovamente traendo ispirazione dai paesaggi e dai soggetti venatori, oltrepassando gli artifici leziosi dei precedenti dipintifamosi. Morì a Torino nel 1898.