Pietro Longhi nasce a Venezia nel 1702 con il suo vero nome: Antonio Falca. Suo padre era un argentiere ed è proprio nello studio paterno che Pietro Longhi porta avanti la sua formazione artistica.
Il primo approccio con l’arte avviene proprio nel laboratorio del padre, infatti, dove sin da piccino dimostra una forte inclinazione per la pittura e il disegno di cui è desideroso di apprendere la tecnica.
In seguito, fa conoscenza con il pittore allora famoso Antonio Balestra attraverso il quale impara molte cose sull’arte della pittura e nel 1732 firma la sua prima opera importante.
In questo primissimo lavoro della pala di San Pellegrino condannato al supplizio ci sono fortissimi influssi di stili come del Tiepolo, del Barocco, del Balestra, di Sebastiano Ricci.
Sempre nel 1732 celebra il suo matrimonio con Caterina Maria Rizzi che diventano genitori l’anno successivo. Il figlio Alessandro si ispirerà al padre per la sua carriera artistica anche se con uno stile più personalizzato e che vede al centro delle opere persone comuni.
Due anni dopo lavora a Venezia al dipinto sul soffitto del Palazzo Sagredo, che però non riceve il successo sperato ma si rivela piuttosto una delusione. Pietro Longhi allora decide di lasciar perdere la pittura con temi religiosi e di dedicarsi a quella di genere. A Bologna dove si sposta viene a conoscenza della pittura di Gambarini, un celebre pittore del tempo.
Torna, poi, a Venezia, per dipingere scene quotidiane della borghesia veneta e per farlo si ispira allo stile di Nicolas Lancret. Dagli anni Trenta agli anni Quaranta nei suoi lavori compariranno anche elementi contadini e rustici.
Lo stile dei suoi dipinti segue la corrente rococò e dimostra un forte interessamento da parte dell’artista nei confronti degli aspetti sociali del tempo. Inoltre, prendono spunto da disegni sulla figura umana.
Negli anni Cinquanta, poi, decide di passare alle scene di attività professionali della borghesia del tempo. In questa serie rientrano titoli come La venditrice di frìtole, L’indovino e Il farmacista.
Negli anni Sessanta, infine, le opere acquisiscono delle tonalità brunastre e si avvicinano molto allo stile di Rembrandt. Nel 1763 Pietro Longhi è chiamato a dirigere l’Accademia Pisani del Disegno e dell’Intaglio.
Pietro Longhi muore a Venezia nel 1785 probabilmente a causa di un infarto.