Piero Fornasetti

Piero Fornasetti nasce in una agiata famiglia borghese milanese. Già da ragazzo disegna e dipinge incessantemente, è caparbio e determinato a seguire le sue inclinazioni, infatti, contro la volontà del padre, si iscrive all’Accademia di Brera nel 1932. Poco dopo viene espulso per insubordinazione e si iscrive alla Scuola Serale di Arti Applicate del Comune di Milano. Tuttavia, è lo spirito da autodidatta che lo spinge a divorare libri e riviste che ampliano i suoi orizzonti. Nel 1933 propone alla V Triennale una serie di suoi foulard in seta che vengono rifiutati ma che suscitano l’attenzione di Gio Ponti con il quale dagli anni ’40 nascerà un rapporto di collaborazione molto stretta. Insieme progettano e decorano mobili come il trumeau-bar “Architettura” esposto alla IX Triennale del 1951, arredano e decorano il Casinò di San Remo, progettano gli interni di “Casa Lucano” che diventerà il simbolo del loro stile. Progettano e decorano le cabine e i locali di prima classe del transatlantico Andrea Doria nel 1952. I mobili sono celebri per i disegni di grande fantasia, decorati con litografie su legno: il trumeau “Panoplie” è decorato tra trofei musicali in nero e foglia d’oro su fondo avorio, il trumeau “Libri”, i paraventi, i “comò curvi” come quello chiamato “Palladiana” e poi le sedie e le scrivanie.

Oltre ai mobili co sono gli oggetti: portaombrelli, posacenere e vassoi in metallo decorati da litografie. Lega il suo nome anche alla ceramica e sono note le serie di piatti come la celebre “Tema e Variazioni” con volti di donna o con architetture. Disegna e progetta anche copertine per la rivista Domus, lavora per prodotti per la moda, progetta mostre e scenografie per il teatro. Alla fine degli anni ’60 il panorama sta cambiando e si afferma una corrente razionalista dove la decorazione sembra essere vista come leziosa e inutile e Fornasetti risponde trincerandosi sulle sue posizioni. Negli anni ’70 le difficoltà economiche lo costringono a ridurre drasticamente il suo laboratorio ed è solo negli anni ’80 grazie alla galleria londinese Themes & Variations che la sua opera viene riscoperta.