Carlo Magini, nato il 16 settembre del 1720 a Fano, è stato un pittore e ritrattista italiano del tardo Barocco, probabilmente tra i maggiori talenti mai espressi dalla regione marchigiana.
Il padre, Francesco Magini, fu un orefice di discreto successo, e lo zio, Sebastiano Ceccarini, fu un artistae pittore di talento, abbastanza noto nell’ambiente marchigiano in quel periodo. Fu proprio presso lo zio che Carlo Magini, in giovane età, venne mandato a studiare pittura e disegno, affinché potesse sfruttare il proprio talento artistico, apprendendo tecniche e stili per i suoi dipinti antichi.
Viaggiò spesso nel Centro Italia, e durante un soggiorno a Roma ebbe modo di conoscere il collega e famoso pittore Francesco Mancini, del quale divenne amico.
Ebbe sorte sfortunata con la progenie: un figlio, Casimiro, morì pochi mesi dopo la nascita, mentre il difficile rapporto con un altro figlio, Arcangelo, portò ad una inevitabile rottura tra i due. La figlia più giovane inoltre, Massimiliana Eusebia, fu accusata di una relazione illegittima con un abate, fatto che gettò discredito sulla famiglia.
Ai suoi tempi, Magini divenne famoso specialmente per le sua abilità come ritrattista, tanto da ricevere spesso commissioni di ritratti anche da personaggi illustri. In tal senso, si possono ricordare i dipinti antichi come Ritratto di Papa Pio VII, Ritratto di Monsignor Pompeo Compagnoni, Ritratto di Piero Luigi Lanzi, Ritratto di Gianandrea Bellini, Ritratto dell’abate Antonio Modesto Gasparoli, Ritratto di Francesco Vici.
L’artista ottenne fama anche per le sue nature morte, la cui produzione fu estremamente ricca e prolifica. Tra queste, si possono ricordare Natura morta con costolette d’agnello su tagliere, piatto di salsicce, cavolo e prosciutto appeso, Natura morta con cipolle, pomodori, bottiglia e candela, Natura morta con uova, cavolo e candeliere.
Morì a Fano, il 3 luglio del 1806.