Di origine marchigiana, Licini Osvaldo, fu un pittore italiano particolarmente dedito all’astrattismo. Nacque nel 1894 a Monte Vidon Corrado da genitori dediti all’arte ed alla moda che lo affidarono ai nonni. Gli anni dell’educazione di Licini si dividono fra il suo paese natale e la città di Fermo mentre nel 1911 s’iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Bologna.
La libertà dell’espressione e della visione di Licini suscitarono da subito molto stupore ed ammirazione. Personaggio eclettico e poliedrico, la cui arte rispecchiava a tratti il cubismo a tratti l’impressionismo ma sempre cercando d’esser fedele allo spirito libero ed astrattista della mano dell’artista, Licini non era però solo un pittore ma anche un amante della letteratura cui si dedica negli anni ’10 del novecento.
Licini di diplomò nel 1914 e si diresse verso Parigi dove trovò l’ispirazione per concretizzare la sua vena artistica in Matisse. Si arruolò volontario per il fronte, per la prima guerra mondiale, nel 1915 ma l’anno dopo fu congedato a causa di una grave ferita e raggiunse nuovamente la famiglia a Parigi.
Fino al 1926 Licini si dedicò ai viaggi nella Costa Azzurra, conobbe Modigliani e partecipò a varie esposizioni al Salon d’Automne e al Salon des Indépendents, quindi tornato in Italia sposò la pittrice svedese Nanny Hellstrom.
Negli anni venti del novecento la sua pittura subì l’influenza dei post-impressionisti per un breve periodo per poi dedicarsi nuovamente con rinnovato vigore verso l’astrattismo. Ancora a Parigi, a metà degli anni ’30, studiò Kandinsky e Man Ray. Nel 1934 si ricorda che fu fondato, presso la Galleria del Milione, il gruppo degli astrattisti italiani di cui Licini faceva parte insieme a Fontana, Reggiani, Soldati, Veronesi, Melotti e Gihiringhelli.
Negli anni ’40 la sua pittura si orientò verso un surrealismo fantastico, fondato sulla poesia ma anche sul simbolismo mentre gli anni ’50 si rivelarono un periodo molto intenso per la pittura di Licini profondamente orientata verso l’astrattismo. Nel 1948 Licini espose alla Biennale di Venezia di cui però vinse un premio solo nel 1958, anno in cui si spese nella città natale.
Fra le opere di Licini Osvaldo più note ricordiamo: Il bilico, Angelo ribelle con luna bianca, Amalasunte, Croci viventi, Angeli ribelli, Olandese volante e Ritratti.