Giuseppe Migneco nasce a Messina nel 1908. Una volta conseguita la maturità classica al liceo della sua città, continuò gli studi a Milano e alla fine degli anni Venti s’iscrisse alla facoltà di Medicina. Ma la vita universitaria lo stancò ben presto, a abbandonati i corsi entrò in contatto con personalità emergenti quali De Grada e Sassu, grazie anche all’aiuto dell’amico di infanzia Joppolo che si trasferì con lui a Milano.
Furono questi gli anni in cui cominciò a dedicarsi completamente alla pittura, iniziando con alcune collaborazioni saltuarie come grafico pubblicitario presso una ditta di cravatte, e come illustratore per il Corriere dei Piccoli. Nel 1939 esposero alla Permanente di Milano le sue prime opere quali Cavallerizza e Pagliaccio, Pianista e Vagabondi che riposano, Fiori secchi. La pittura di Migneco sono prevalentemente ispirati al mondo popolare siciliano: pastori, pescatori e contadini che furono per anni oggetto principale della sua pittura ma che con il tempo furono anche causa del suo avvilimento, specialmente nella produzione degli ultimi anni in cui l’artista proponeva un clichè di una Sicilia nostalgica, immutabile e arcaica che col tempo cristallizzò completamente la sua pittura, impedendogli di avvicinarsi a forme di pittura più originali.
Diverse furono le esposizioni fatti dagli anni Quaranta in poi in diverse parti d’Italia quale Genova, Bergamo, Milano e Novara che videro l’esposizione di opere quali I Pastori Dell’Isola, i Cacciatori di Lucertole e i Prelati che battezzano. Numerose furono poi di questi anni le collaborazioni con l’editoria per quali realizzò diversi bozzetti illustrativi come quello per il volume de La poesia contadina russa.
Dopo la liberazione, interrotta l’attività artistica per via della guerra, espose per la prima volta alla galleria Radegonda a Milano per poi nel 1948 partecipare alla Quadriennale di Roma e alla biennale di Venezia nel 1954 nella quale espose Il ragazzo che sbuccia i limoni, Contadini nell’aranceto e Le sementi. Nel 1970 Migneco allestì una mostra personale alla Robinia di Palermo alla quale poi seguirono diverse mostre a cadenze annuali in tutta Italia. Morì a Milano nel 1997.