Giuseppe Canella nasce a Verona nel 1788. La sua carriera di pittore iniziò da giovanissimo grazie agli insegnamenti del padre, scenografo e architetto molto conosciuto in quegli anni di cui è noto solo il progetto Verona, realizzato per la parrocchia di Sanguinato.
La sua pittura s’incentra specialmente sulle cosiddette vedute di città, tanto amate dal pubblico dell’epoca, che aveva ormai raggiunto la massima notorietà grazie alle opere dei grandi maestri veneziani del Settecento per poi scadere nella superficiale vivacità di Bison e del suo patetismo preromantico.
La pittura del Canella è eclettica e vivace con tocchi che a volte si rifanno al neoclassicismo per poi rifarsi agli aspetti più vivi del romanismo con le sue pennellate morbide e accattivanti. Dopo un breve soggiorno a Mantova si trasferì a Venezia, dove fu particolarmente apprezzato come pittore di marine.
Ma l’ambiente veneto era poco stimolante per il pittore che decise di trasferirsi a Milano, città in cui espose all’Accademia di Brera tre delle sue opere a tempera di tipica impronta paesaggistica. Nel 1820 partì alla volta della Spagna nel tentativo di dare nuovo stimolo alla sua pittura e per ampliare i suoi orizzonti artistici. Fu qui che entrò in contatto con la moda romantica che fu per lui fonte d’ispirazione.
Dopo alcuni anni si recò a Parigi il cui lavoro di pittore fu particolarmente apprezzato e furono questi gli anni in cui la sua arte riuscì a riscontrare notevoli consensi sia dal punto di vista della critica che dal punto i vista economico. Diverse, infatti, furono le opere che furono acquistate da personalità emergenti dell’aristocrazia parigina quali il duca d’Orleans.
Il suo amore per i viaggi lo portò a visitare posti come l’Alsazia, il Bade, la Normandia e l’Olanda, cosa che gli permise di ampliare notevolmente i suoi orizzonti culturali. Di questi anni furono i dipinti come la Tempesta sulla costa di Scheveningen e la strada nel granducato di Bade, e un album di vedute di Parigi.
Dopo il suoi innumerevoli viaggi in Europa nel 1832 prese fissa dimora a Milano affermandosi de finitamente come pittore delle vedute. A Brera espose diverse tele come Piazza Fontana e fu nominato consigliere dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Negli anni della maturità la sua pittura non si limitò alle sole vedute urbane ma anche all’arte ritrattistica. Morì a Firenze nel 1847.