Moroni Giovan Battista, pittore italiano del seicento, nasce ad Albino tra il 1521 e il 1524. Poco si conosce della sua infanzia e sul luogo preciso dove visse insieme ai genitori e ai tre fratelli, ma secondo studi relativi ai censimenti dell’epoca è probabile che l’artista abbia vissuto per i primi anni della sua vita nella contrada di Via Nova.
Sulla sua formazione non si conoscono i passaggi cronologici precisi come non sono purtroppo facile individuare le prime opere giovanili del pittore italiano che per diversi anni è stato discepolo del Moretto. Tuttavia è possibile catalogare alcune delle opere che hanno presumibilmente caratterizzato il suo esordio quale, il Ritratto di Marco Antonio Savelli, S. Girolamo penitente, S. Chiara (Trento, Museodiocesano tridentino) e l’Annunciazione (Trento, Castello del Buonconsiglio, Museo), opere per la maggior a sfondo religioso commissionano da chiese o da famiglie facoltose.
Nel corso della sua attività artistica molte sono state le opere realizzate per nome e per conto di mecenati, creando una fitta rete di rapporti di cui purtroppo per la presenza di numerose lacune biografiche non è stato possibile tracciare in maniera specifica.
Nel 1551 realizza per conto della Chiesa di S. Maria Maggiore di Trento la pala con la Vergine in gloria col Bambino, quattro Padri della Chiesa e s. Giovanni Evangelista, i cui si nota come la sua pittura sia sempre più orientata verso l’ambito religioso, seguendo il binario della pittura ispirato a devozione lombarda del quattrocento. Gli anni a seguire furono particolarmente proficui per il pittore italiano che si dedicò alla realizzazione di numerosi dipinti quali il Ritratto di gentiluomo, Ritratto Virile, Ritratto di Isotta Brembati, la Crocifissione con la Vergine e i ss. Giovanni Evangelista, Maria Maddalena e Difendente, oggi nella parrocchiale di Ranica, e il Martirio di s. Pietro da Verona (Milano, Castello Sforzesco).
Di Moroni si ricorda la pittura grigia, la secchezza del tratto che ricorda quasi atmosfere caravaggesche, elementi che caratterizzarono tutta la sua arte pittorica creando un vero e proprio linguaggio organico che si proponeva come alternativa al rigorismo filo-imperiale della sua committenza, che apprezzò sin dai primi istanti la sua coerenza e vivacità artistica.
La dipartita del pittore si può verosimilmente collocare intorno al 1580, ma poco si conosce del luogo dove egli sia deceduto.