Galileo Chini è stato un poliedrico ed eclettico artista italiano, dedito alla pittura ma anche alla decorazione, nonché un autorevole esponente dello stile liberty italiano.
Modernista, versatile e dotato di una notevole risorsa fantasiosa, Galileo Chini si dedicò all’arte in tutte le sue forme che fossero scultoree, grafiche, decorative o scenografiche.
Rimangono però impressi nella mente, in particolar modo, i dipinti di Galileo Chini con le aggraziate figure eleganti, incastonate in mosaici di colori ora tenui ora vivaci.
Galileo Chini nacque a Firenze nel 1873 in una casata di artisti mugellani e mosse i primi passi nell’ambiente artistico aiutando proprio un parente nella restaurazione pittorica di alcuni monumenti antichi toscani. Il genio artistico però trovò sfogo nella pittura, per cui il Chini era evidentemente portato. Anche nella pittura tuttavia emerge l’elemento decorativo, la passione del Chini per questa forma d’arte che lo accompagnò per tutta la vita.
Frequentò la Scuola d’Arte di Santa Croce ed anche l’Accademia delle Belle Arti a Firenze per un breve lasso di tempo. Nel corso di questi anni, con alcuni amici fondò la manifattura “Arte della Ceramica” in cui si realizzavano maioliche pregiate e frequenta diversi artisti fiorentini come Amedeo Buontempo e Augusto Burchi.
Nel 1906 lasciò la società per fondarne un’altra le “Fornaci di San Lorenzo“ dove si realizzavano ugualmente ceramiche ma anche vetri. Due anni dopo salì in cattedra per insegnare pittura all’Accademia Libera di Roma e poi nel 1915 per insegnare scenografia a Firenze. Nel 1910 fu invitato dal re del Siam a lavorare alla corte di Bagkok ed alla morte di questi, Chini lavorò per l’erede realizzando ritratti di famiglia.
Rientrato in Italia (1913) si dedicò a varie opere paesaggistiche, agli affreschi del Palazzo Comunale di Montecatini e della Camera di Commercio di Firenze, curò le decorazioni per il Grand Hotel des Thèrmes (1925) ed infine si dedicò nuovamente all’insegnamento nel 1927 avendo ottenuto una cattedra di Decorazione Pittorica alla Reale Scuola d’Architettura di Firenze. Lasciò l’insegnamento per motivi d’età continuando comunque a dedicarsi all’arte fino al 1956, anno della sua morte a Firenze.
Fra le decorazioni espositive più importanti si ricordano quelle per Montecatini e Salsomaggiore, luoghi termali, per le chiese mugellane, i palazzi delle casse di risparmio di Pistoia e d’Arezzo, il palazzo dell’Economia a Firenze e la reggia di Bangkok.
Ricordiamo anche varie esposizioni nazionali e non: Londra (1898), Parigi (1900), Torino (1902) e alla Biennale di Venezia (1907).