Francesco Solimena, detto anche L‘Abate Ciccio, fu un famoso pittore italiano nonché architetto ed uno dei massimi esponenti della corrente tardo barocca.Fra i suoi ispiratori citiamo Francesco Guarini, Luca Giordano di cui l’artista ammirava la pittura creativa e molto scenografica e Mattia Preti.
Francesco Solimena nacque a Canale di Serino, nel 1657, da Marta Resigniano e Angelo Solimena, già noto artista. Proprio dal padre, Francesco, apprende l’arte della pittura istruendosi nella sua bottega a Nocera inferiore.
La passione che Francesco nutriva per la pittura, non fu tuttavia incoraggiata soltanto dalla famiglia ma anche dal cardinale Pietro Francesco Orsini, che poi divenne papa Benedetto XIII, che durante una visita a Nocera inferiore ebbe modo di notare il talento di Francesco Solimena incoraggiando lui e la famiglia a farlo perseverare nello studio della pittura.
Francesco lavorò per diversi anni insieme al padre, fra i dipinti eseguiti in comune nel 1670, ricordiamo: Il Paradiso nella cattedrale di Nocera e la Visione di San Cirillo d’Alessandria che si trova nella chiesa di San Domenico a Solofra.
Negli anni ’80 del seicento la pittura del Solimena inizia a distanziarsi da quella del padre, dal naturalismo Francesco passò al barocco, di questo periodo ricordiamo opere come gli affreschi di San Giorgio a Salerno e le tele delle Virtù della sacrestia di San Paolo Maggiore che si trovano a Napoli.
Invece nella tela di San Francesco rinunzia al sacerdozio, che si trova nella chiesa di Sant’Anna dei Lombardi, risalente ai primi degli anni ’90 del seicento si riscontra già l’ispirazione alle opere di Mattia Preti; questo periodo segnò la maturazione della pittura del Francesco Solimena, che già s’ispirava fra l’altro a Luca Giordano di cui per altro è considerato l’erede artistico.
In occasione di un viaggio a Napoli, nel 1728, Francesco Solimena si ritrovò fra le mani un’interessante commissione: il cardinale Michele Federico Althann, viceré di Napoli, gli commissionò una tela raffigurante il prelato rendente omaggio all’imperatore d’Austria Carlo VI con l’offerta del catalogo della pinacoteca imperiale. Un lavoro che riscosse molto successo.
Sebbene Francesco Solimena fosse molto attratto dalla corrente barocca, il suo spirito naturalistache aveva caratterizzato la sua pittura giovanile non tardò a riemergere, ne sono una prova i quadri dipinti per la Reggia di Caserta su richiesta di Carlo di Borbone (1735).
Francesco Solima si spense nel 1747 nella sua casa, villa Barra, a Napoli e fu sepolto nella chiesa di San Domenico.