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Antichità Giglio

Mazzola Francesco (il Parmigianino)

La galleria Antichità Giglio si occupa dal 1978 dell'acquisto e della vendita di dipinti antichi, dipinti dell'800, dipinti del '900 e di arte moderna e contemporanea. Lino Giglio, il titolare, è un perito iscritto alla Camera di Commercio di Milano e all'Albo del Tribunale di Milano.

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Mazzola Francesco (il Parmigianino)

(Parma, 11 gennaio 1503 – Casalmaggiore, 24 agosto 1540)

Francesco Mazzola, illustre pittore italiano, divenne noto con il soprannome il Parmigianino.

Nacque a Parma, nel 1503, in una famiglia di artisti nella quale iniziò la propria formazione artistica fin dalla giovane età. I suoi principali mentori furono gli zii, Pier Ilario e Michele Mazzola, che presero il posto del padre, defunto, nell’educazione del giovane Mazzola.

Una delle sue prime opere risale al 1521 anno in cui lavorò a due affreschi “il Matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria” ed “il Battesimo di Cristo” per la chiesa di Viadana, città nella quale si trasferirono i Mazzola a causa della guerra che imperversava a Parma. L’anno successivo, di ritorno a Parma, il Parmigianino ebbe modo di conoscere il Correggio con il quale si dedica all’affrescodelle cappelle in San Giovanni Evangelista.

Si susseguono vari ritratti di personalità molto importanti come Carlo V ed infine arrivò un importante commissione per un affresco (“Storie di Diana e Atteone”) alla rocca dei Sanvitale a Fontanellato.

Affermatosi nella capitale il Parmigianino studiò a lungo le opere di Michelangelo e Raffaello pur conservando il suo personale stile, dunque la sua pittura non fu intaccata. A causa del Sacco di Roma, 1527, tuttavia dovette rifugiarsi a Bologna dove eseguì diverse pale d’altare ed opere per committenti privati.

Quattro anni dopo si vide convocare nella chiesa francescana della Steccata per l’importante incarico d’affrescarla, ma dopo un’iniziale partenza molto entusiasta iniziò a trascurare la pitturaper dedicarsi agli studi alchemici. Questa nuova passione costò all’artista il carcere a causa di alcune mancate consegne, carcere da cui il Parmigianino fuggì per trasferirsi a Casalmaggiore dove riprese a dipingere, a questo periodo risalgono le opere “Madonna dal collo lungo”, “Cupido che fabbrica l’arco” e “Antea”.

Nel 1540, colto da una grave febbre il Parmigianino morì, fu tumulato presso la chiesa de’ frati de’ Servi, chiamata la Fontana a Casalmaggiore.


Lino Giglio è iscritto all'Albo del Tribunale di Milano CTU n° 12101
e iscritto al ruolo dei PERITI ed ESPERTI n° 2683 Camera di Commercio di Milano.


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