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Antichità Giglio
Albani Francesco

(Bologna, 17 agosto 1578 – Bologna, 4 ottobre 1660)

Nato a Bologna il 17 agosto 1578, Francesco Albani è stato un pittore italiano.

La sua carriera pittorica ebbe inizio dopo la morte del padre Agostino (un mercante di seta), avvenuta dopo il 1590: in quell’anno il giovane Albani decise di entrare nella bottega bolognese del pittore fiammingo manieristaDenijs Calvaert, da tempo attivo a Bologna, nella quale ebbe la sua prima formazione.

Sebbene i desideri del padre fossero altri – il padre Agostino desiderava che Francesco diventasse uno studente di legge – il giovane si addentrò in quegli anni sempre di più nel mondo dell’arte, avendo per compagni di apprendistato il Domenichino e Guido Reni.

Dopo un primo periodo formativo, Albani e gli altri decisero di spostarsi all’Accademia dei Carracci; nel 1598 il pittore collaborò alla decorazione di Palazzo Fava con le Storie tratte dall’Eneide di Virgilio.

Iscrittosi il 5 dicembre 1599 nella Compagnia dei Pittori di Bologna, Francesco Albani si spostò a Roma verso l’autunno del 1601, collaborando con Annibale Carracci negli affreschi della chiesa di San Giacomo degli Spagnoli.

Di questo periodo, le due opere più rilevanti e degne di interesse sono la decorazione di una sala del palazzo Giustiniani a Bassano di Sutri (tra il 1609 ed il 1610), e quella della galleria di palazzo Verospi a Roma (nel 1611 circa).

In seguito, Albani si avvicinò di più allo stile del Domenichino, creando una serie di opere di un raffinato classicismo. Si ricordano, a questo proposito, le quattro Storie di Venere – che ora sono conservate nella Galleria Borghese – del 1625.

Dopo un breve periodo a Roma, il pittore rientrò definitivamente a Bologna nel 1625, e negli anni successivi svolse una serie di opere di elevato interesse, come numerose pale d’altare, tra cui il Gesù Fanciullo (1631) in S. Maria di Galliera, l’Annunciazione della chiesa di S. Bartolomeo (1632).

Grazie ad Albani si ebbe una notevole diffusione del classicismo bolognese, ma le opere in cui il pittore espresse tutto il suo estro creativo sono i dipinti mitologici, più che quelli a tema religioso. L’ultima opera probabilmente attribuibile ad Albani è il Riposo nella fuga in Egitto, dipinto per Vittoria de’ Medici, e conservato a Palazzo Pitti.

Il pittore si spense a Bologna il 4 ottobre 1660.



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