Federico Barocci, (Urbino, 1535? – Urbino, 30 settembre 1612) detto il Fiori, è stato un pittore italiano, un importante esponente del Manierismo italiano e dell’arte della Controriforma e fu considerato uno dei maggiori precursori del Barocco. Il suo stile elegante lo fa ritenere uno dei pittoripiù importanti fra Correggio e Caravaggio. Nasce probabilmente nel 1535 a Urbino da una famiglia di artisti di origini lombarde, il bisnonno era scultore, il padre un abile orologiaio e incisore di gemme e proprio dal padre Federico apprese l’arte del disegnare.
Da bambino studiò con Battista Franco, che lo avviò allo studio della scultura antica. La sua carriera inizia a Roma e fu brillante, ispirata da Raffaello, e ammirata da un anziano che gli diede l’incarico di dipingere una pala d’altare con la Visitazione per la sua Chiesa Nuova. Si racconta che Filippo Neri a dipinto ultimato, rimase letteralmente estasiato. Il dipinto mostra in un contesto di vita quotidiana romana Elisabetta e la Vergine che si salutano.
Nel 1565 convinto di essere stato avvelenato per gelosia, lasciò Roma e tornò nella sua città natia Urbino dove entrò sotto la protezione di Francesco Maria II della Rovere, duca di Urbino a cui essendo anche ritrattista dedicò una tela esposta oggi agli Uffizi. Urbino aveva una notevole vivacità culturale, ma comunque non era Roma e nonostante questo riuscì a ottenere importanti commissioni per le sue pale d’altare, avvicinandosi molto alle correnti innovative dei Francescani e dei Cappuccini.
A causa delle sue condizioni di salute, dovute al presunto avvelenamento, non poteva lavorare con una certa continuità, doveva lavorare per brevi periodi e lasciare la verniciatura delle pale per ultimo. Mantenne comunque un buon livello e cominciò a studiare, diventando pioniere della tecnica dei pastelli e degli schizzi ad olio, fece anche studi sull’illuminazione, sulla prospettiva del colore e sulla natura. Bisogna dire che le sue opere non raccontano per niente le sue pene e le sue angosce. Uomo profondamente infelice, malinconico e irascibile, con un carattere molto difficile, un uomo molto solo in contrasto con le sue pitture, colorate, serene e ottimistiche.
Morì a Urbino il 30 settembre del 1612.