Nato a Modena il 20 aprile 1894, Enrico Prampolini fu un artista molto importante in Italia: pittore, scenografo, ed anche scrittore d’arte, la sua passione per l’arte era talmente forte che egli riuscì ad essere apprezzato sia come pittore che come scenografo, e fu uno dei più importanti e conosciuti rappresentanti del Futurismo anche se si intrecciò molto presto con altre correnti artistiche di quel tempo.
Il Futurismo fu una corrente artistica moderna molo particolare, alla quale l’artista aderì nel 1912, rimanendo affascinato dal gusto espressivo e critico del movimento: da non dimenticare, infatti, i vari manifesti polemici che caratterizzavano la corrente culturale ai quali, tra l’altro, lo stesso Prampolini partecipò.
Ma l’arte del Prampolini non fu ispirata solo al Futurismo: nelle sue opere e nella sua carriera si fondono anche altre correnti artistiche da cui il pittore prendeva gli aspetti più particolari e gli elementi più importanti, come il Cubismo ed anche l’Astrattismo. Alcune opere in cui si evince questa caratteristica dell’artista sono Architettura della tarantella, del 1922, conservata oggi nel Museo d’arte di Łodź, e Danza meccanica, del 1924.
Nel corso degli anni e con una maggiore capacità critica ed espositiva, l’artista si avvicinò via via a modi di rappresentazione artistica sempre nuovi e differenti, utilizzando forme astratte, ed avvicinandosi alla fantasia, all’immaginazione, all’uso di forme e colori simbolici e cosmici. Sono di questo periodo opere come La magia della stratosfera, del 1931; la Metamorfosi geologica, del 1933; Pittura solare, 1939.
Ma l’aspetto così eclettico e poliedrico dell’artista non si ferma qui: infatti, non solo egli fu ispirato alla scenografia teatrale, in cui diede un grosso contributo, ma divenne anche organizzatore di eventi.
Morto a Roma, il 17 giugno 1956, fu uno dei più interessanti artisti, soprattutto per la sua caratteristica di poliedricità e flessibilità, che gli fu riconosciuta anche a livello scenografico.