Marcello Dudovich nacque a Trieste nel 1878. Fu pittore e pubblicitario, nonché considerato uno dei padri del cartellonismo. La sua prima formazione fu nell'ambiente colto triestino e sotto l'influenza mitteleuropea che caratterizzava la città in quegli anni. Lì conobbe Eugenio Scomaprini, Arturo Rietti e Guido Grimani. Un viaggio a Monaco di Baviera fu decisivo per la sua formazione artistica che lo portò a contatto con un mondo figurativo in evoluzione.
Nel 1897 si trasferì a Milano, inviato dal padre per permettergli di studiare con l’amico ed oramai affermato pittore Leopold Metlicovitz. Qui venne assunto dalle Officine grafiche Ricordi, dove realizzò diversi bozzetti per pubblicità. Poco tempo dopo aprì un suo studio perfezionando sempre più una tecnica personale e innovativa.
Due anni dopo iniziò l’esperienza bolognese. Nel 1899 fu chiamato infatti a lavorare presso lo stabilimento grafico di Edmondo Chappuis. In questi anni la sua fama crebbe, si impose in Italia e all’estero con diversi lavori e vinse con i suoi manifesti il concorso “Feste di primavera” per tre anni di seguito, indetto dalla Società per il risveglio cittadino.
In questo periodo conobbe Elisa Bucchi, sua futura moglie, che fu la musa a cui si ispirò per tutte le figure femminili delle sue opere.
Il suo stile era pervaso da bidimensionalità, forme semplificate ed accentuate. La scelta dei temi, dei soggetti, delle donne costruite con pochi tratti (ad esempio quella del Liquore Strega del 1906), rimandavano a Bonnard, Cheret e Toulouse Lautrec.
Nel 1906 tornò a Milano, dove preparò un evento d’importanza europea: l’Esposizione Internazionale, collegata all’inaugurazione del Traforo del Sempione.
Come illustratore fu inviato speciale della rivista satirica Simplicissimus a Ostenda, Dauville, Parigi, Londra, Montecarlo e realizzò dipinti di ambiente e ritratti di personaggi alla moda che furono raccolti in un album edito a Monaco nel 1913.
Allo scoppio della prima guerra mondiale rientrò in Italia, ma non fu arruolato come tutti gli altri suoi colleghi, perché venne accusato di essere germanofilo a casa della sua collaborazione con la rivista. Si salvò grazie all’intervento di Giulio Ricordi, col quale non aveva mai smesso di avere rapporti di collaborazione.
Fra i clienti di Dudovich si ricordano soprattutto Carpano, Pirelli, Strega, Assicurazioni Generali, La Rinascente.
La seconda guerra mondiale e la morte della moglie (1945) determinarono la cesura con il cartellonismo commerciale. L’artista cominciò a concentrarsi sulla realizzazione di dipinti, di ritratti e sulla decorazione.
Morì a Milano il 31 marzo 1962.