Jean Dubuffet, vero nome Philippe Arthur, nacque a Le Havre nel 1901. Fu il fondatore del “Art brut” Arte grezza concetto inventato nel 1945 per designare tutte le produzioni artistiche realizzate da non professionisti, a favore dell’arte spontanea. La sua fu una posizione dichiaratamente "anticulturale" dove nell'espressione artistica si dava precedenza all'istinto, all'umore, alla pazzia, piuttosto che alla ragione.
Frequentò per breve tempo l’Académie Julian di Parigi per poi continuare a studiare da solo. Nel 1923 visse in Italia e l’anno dopo smise di dipingere, lavorando come disegnatore industriale. In questi anni si interessò alla musica, alle lingue, alla letteratura ma nel 1942 tornò a dedicarsi definitivamente alla produzione di dipinti.
Lo stile dei suoi quadri era all’avanguardia e ricalcava l’esempio di pittori quali Mirò e Kandiskij. Egli riteneva che l’arte non dovesse essere sottomessa a regole ma libera di esprimersi. Andarono assumendo sempre più importanza nelle sue produzioni l’uso dei materiali: le sue tele infatti erano spesso fatte di catrame, ghiaia, ceneri e materiali simili.
Dal 1949 al 1960 si dedicò alla produzione di vari cicli di opere: Paysage Grotesque, Corps de Dames e Sols et Terrains, Assemblage e Texturologie, Materiologìes. Le sue opere erano spesso il risultato di un misto di pezzi trovati e assemblati insieme, come Porta con gramigna, che è una combinazione di dipinto, erba e sassi.
Dopo il 1966 allargò la sua ricerca alla scultura e alla musica, insieme anche ad un altro pittore appartenente al movimento avanguardista COBRA.
Nel 1967 donò oltre centocinquanta sue opere (dipinti, disegni, sculture) al Musée des arts décoratifs di Parigi.
Nel 1971 realizzò i suoi primi oggetti scenici, i practicables.
Nel 1981 il Museo Guggenheim di New York gli dedicò una mostra in occasione dei suoi ottant’anni.
Morì a Parigi il 12 maggio 1985.