Piero Di Cosimo nacque a Firenze nel 1461. Il suo vero nome è Piero Di Lorenzo, ma era conosciuto come Di Cosimo dal nome del maestro della bottega in cui compì la sua formazione (Cosimo Rosselli).
Nella prima fase della sua carriera, subì l’influenza del naturalismo olandese di Hugo van der Goes, da cui acquisì l’amore per il paesaggio e la conoscenza della vita di fiori ed animali. Si veda il dipintoAdorazione dei Magi.
Nel 1481 assistette il suo maestro nella decorazionedella Cappella Sistina. A Roma diede prova di conoscere perfettamente la mitologia classica e di essere quindi un vero pittore del Rinascimento,grazie ai numerosi dipinti antichi che produsse,rappresentanti Cupido, Venere, Marte, La morte di Procri.
All’inizio del ‘500 Di Cosimo andò delineando sempre più la singolarità del suo stile. C’è da dire che aveva una personalità molto sui generis e conduceva una vita quasi animalesca più che umana. Iniziò nei suoi quadri a raccontare storie dell’umanità primitiva, come nelle tre spalliere che dipinse per Francesco Del Pugliese, in cui i soggetti sono uomini primitivi che apprendono l’utilizzo del fuoco, o animali che lottano tra loro, o uomini impegnati nell’attività della caccia.
L’artista fu anche un abile ritrattista: il più famoso dei suoi lavori fu il ritratto ad una nobildonna, Simonetta Vespucci, che era l’amante Giuliano de’ Medici.
Una particolarità dei dipinti antichi di Piero di Cosimo è che non sono firmati e nemmeno datati, così che vengono generalmente elencati in un presunto ordine cronologico, che va da 1480 al 1521.
Si suppone che la Liberazione di Andromeda sia la sua ultima opera.
Piero Di Cosimo ebbe come allievi Andrea Del Sarto e Albertinelli, nei cui dipinti possono essere scorte le influenze.
Morì tra il 1521 ed il 1522 a Firenze.