Giovanni Maria delle Piane, detto Il Mulinaretto, nacque a Genova nel 1660. Da giovanissimo cominciò a frequentare la bottega di Giovan Battista Merano, ma si trasferì presto a Roma, dove continuò gli studi. Spiccò subito il suo talento per i ritratti.
Tornato a Genova dopo la morte di Carbone, il più grande ritrattista genovese, divenne lui il più richiesto pittore dalla nobiltà locale. Eseguì infatti diversi dipinti antichi, come i ritratti per Gian Battista Cattaneo, per il Doge Pietro Durazzo, o per la famiglia Doria, in cui sono evidenti i riferimenti a Rigaud e Largillière, la cui moda francese era ormai giunta a Genova.
Nel 1695 fu invitato dal conte Morando a Parma, dove conobbe la famiglia Farnese, per la quale realizzò alcuni ritratti. Ebbe anche altri committenti, tra l’Emilia e la Liguria, ed eseguì diverse opere a carattere sacro. Questa sua ultima produzione costituisce però un capitolo a parte, e mostra la sua fedeltà alla formazione romana (Angelo Custode; Vergine con Bambino).
Nel 1705 il cardinale Alberoni, inviato del duca Francesco, incaricò l’artista di ritrarre il duca di Vendôme, comandante delle truppe franco-spagnole.
Elisabetta Farnese lo aveva scelto come ritrattista di fiducia, e lo invitò a recarsi in Spagna nel 1719, viaggio che però non fu mai fatto.
In età avanzata, si trattenne per un certo periodo alla corte del re Carlo di Borbone, che lo nominò pittore di camera e gli commissionò i dipinti per lui e la moglie Maria Amalia di Sassonia.
Nel 1741 decise di tornare a Genova, dove continuò a realizzare ritratti per la nobiltà locale, prima di ritirarsi a Monticelli d’Ongina, dove morì quattro anni dopo.