Francisco de Goya nacque in un piccolo villaggio dell’Aragona, nei pressi di Saragozza, nel 1746. Iniziò la sua formazione artistica nello studio del pittoreJosé Luzán Martínez.
Nel 1770 fece un viaggio in Italia che si rivelò fondamentale per la sua crescita come pittore e che gli permise di studiare i maestri dell’antichità classica e rinascimentale. Rientrato in patria, ottenne l’importante commissione di eseguire i cartoni per l’arazzeria reale, destinati alla tenuta di caccia El Pardo del re Carlo III, un lavoro che lo impegnò per buona parte della sua vita.
Lavorò molto al servizio dei reali e degli aristocratici; Carlo IV lo nominò “pintor de camera del rey”. Lo stesso Carlo IV, ancora principe, gli commissionò altri arazzi per la sala da pranzo, in cui Goya introdusse per la prima volta le figure del majo e del maja con il dipinto Parasole.
Colpito da una malattia molto grave nel 1792 diventò quasi completamente sordo. Questo evento, unito alle tristi vicende politiche susseguitesi, rese i suoi dipinti antichi sempre più pessimistici e cupi. Le opere Il sonno della ragione genera mostri (1799) o I disastri della guerra (1808) ne sono un esempio.
La Spagna, arretrata e decadente, passò sotto il Governo di Giuseppe Bonaparte dal 1808 al 1814, dopodiché fu restaurata la monarchia. Questa però fu solo una delusione per Goya, perché aveva inizialmente creduto nelle promesse illuminate del sovrano Ferdinando IV. Invece lui abolì la costituzione e reintrodusse l’Inquisizione. Appartengono a questo periodo le cosiddette Pitture nere. Il dipinto Saturno che divora i suoi figli (1821-21), ad esempio, allude proprio al re e al periodo oscuro di quel tempo.
Un altro quadro molto famoso del Goya è 3 Maggio 1880, che raffigura il momento in cui le truppe napoleoniche entrarono a Madrid e catturarono gli spagnoli che vennero poi fucilati.
In seguito a tutte queste vicende, Goya si trasferì in Francia, dove morì poco dopo, nel 1828.