Jacopo Da Empoli, conosciuto anche come Jacopo Chimenti, dal cognome del padre, nacque a Firenze nel 1551.
Il suo primo e, a quanto pare, unico maestro fu Maso de San Friano, un esponente del manierismo di cui frequentò la bottega da ragazzo, ma che morì quando lui era ancora giovane. Le sue opere, infatti, non mostrano l’influenza del maestro, se non più quella della pittura dei primi grandi del Cinquecento: fra’ Bartolomeo, Andrea del Sarto, Santi di Tito.
Da Empoli, infatti, era diretto ad un’arte popolare e devota, sia classicheggiante che attenta al vero.
Pur non essendo discepolo diretto di Santi, ne seguiva i consigli e copiava dal naturale e dai maestri del passato. Per commissione del cardinale Carlo de’ Medici, da fra’ Bartolomeo copiò i dipinti antichi della Risurrezione di Cristo e Profeti in un modo così preciso che alcuni pittori non si accorsero della differenza dagli originali.
Intorno al 1580, i frati della Certosa gli commissionarono diversi quadri dei quali però ci è rimasto solamente l’affresco con il Discorso della montagna. L’anno dopo realizzò la grande tavola con la Concezione nella chiesa fiorentina di S. Remigio, dove apparve evidente la suggestione della pittura veneta che in quegli anni era in voga a Firenze.
Ma i dipinti antichi più famosi del pittore possono essere ricondotti ai primi due decenni del Seicento, in particolare parliamo di S. Eligio degli orefici (1614) degli Uffizi e del S. Ivo protettore delle vedove e degli orfani (1616) a Pitti. Nelle opere di questo periodo, Da Empoli dipinge i soggetti in atteggiamenti di quotidiana semplicità, a volte anche realistici.
Un dipinto di Jacopo da Empoli si trova nel Santuario della Madonna dei Tre Fiumi nel Mugello, vicino a Ronta.
Jacopo Da Empoli Morì a Firenze nel 1640 e fu sepolto nella chiesa di S. Lorenzo.