Viviano Codazzi nacque a Bergamo nel tra il 1603 e il 1604. Fu un pittore nonché un abile prospettico. La sua formazione avvenne a Napoli, dove si specializzò nel genere paesaggistico sotto la guida di Cosimo Fanzago.
Si trasferì a Roma dopo la rivolta di Masaniello, dove collaborò principalmente col Cerquozzi e saltuariamente con Jan Miel. Nessun’opera di quel periodo però risulta datata.
La sua produzione è vasta, i Chigi possedevano molti suoi dipinti. La pittura del Codazzi fu influenzata da una corrente olandese presente a Roma, chiamata Scuola dei Bamboccianti, che era tipica ritrarre scene popolari di vita comune della Roma papale. Un esempio è il dipinto Basilica di San Pietro (1630).
Nel 1634 Codazzi risulta essere stabilito a Napoli. Una Veduta di palazzo Gravina a Napoli sembra appartenere a questo periodo. Al 1641 sono datati due quadri del Museo di Besançon eseguiti in collaborazione con Domenico Gargiulo. Codazzi però non si limitò alla produzione di quadri di cavalletto, ma si dedicò a pieno a lavori prospettici e quadraturisti su grande scala. Eseguì dei dipinti antichi per la Probatica piscina del Lanfranco ai SS. Apostoli, lavorò a San Martino durante tutto il periodo napoletano, fece alcuni lavori per il soffitto dello Stanzione in San Paolo Maggiore.
A causa di mancati pagamenti per i lavori a San Martino, cadde in povertà. Ritornò dunque a Roma e vi si stabilì a partire probabilmente dal ’48. A questo periodo romano appartengono alcuni dei suoi dipinti antichi più famosi, tra cui il Bagno Incisa, la Rivolta di Masaniello della Spada, le due Architetture della Pitti, la serie di Rovine nelle collezioni Spada e Pallavicini, l’Arco di Tito del Museo di Roma. Al 1660 è datata una sua Veduta di piazza del Popolo.
Codazzi fu un anticipatore del gusto “Settecento” del settecento e ritenuto il “Canaletto del Seicento”.
Morì a Roma nel 1670.