Scultore, pittore, critico d’arte, Adriano Cecioni nasce a Vaglia (Firenze) nel 1836. La sua formazione avvenne presso l’Accademia delle belle arti di Firenze a partire dal 1859, che interruppe per partecipare come volontario alla seconda guerra di Indipendenza. Qui nacque la sua amicizia con il Signorini, il quale lo introdusse al movimento dei macchiaioli una volta tornati a Firenze nel 1860.
Nel 1863 gli venne assegnato un posto di studio che gli consentì di spostarsi a Portici, dove insieme a Giuseppe De Nittis, Marco De Gregorio e Federico Rossano diede vita alla cosiddetta “Scuola Di Resìna”, intenta ad integrare i fondamenti dei macchiaioli con il naturalismo della scuola napoletana; tuttavia nei suoi dipinti, così come nelle sue sculture, egli preferiva la rappresentazione di scene domestiche e di interni.
A questo periodo risale il Suicida (1865). L’idea che la vita potesse essere impressa, quasi arrestata, nacque dall’osservazione dei calchi dei cadaveri di Pompei.
Tornato a Firenze riprese questo concetto di sorpresa alla natura in svariate opere. Una sua celebre scultura, Bimbo col gallo (1868), gli conferì gran notorietà a Parigi, dove si trasferì nel 1870. L’opera è attualmente custodita nella Galleria d’arte moderna a Firenze.
Nel 1872 si trasferì a Londra, dove lavorò come caricaturista per la rivista “Vanity Fair”; i suoi dipinti di quel periodo sono tutt’ora esposti presso la National Portrait Gallery di Londra. Nel 1884 gli vene assegnata la cattedra presso il Magistero di Firenze.
Adriano Cecioni fu anche un critico ma soprattutto teorico d’arte. Nelle sue opere, egli cerca di prendere la natura alla sprovvista, di sorpresa, cercando con il suo scalpello di scattare istantanee a tre dimensioni.
Altri temi preponderanti nelle sue opere sono la santità della vita domestica e la dignità dell’umile e del modesto.
Morì a Firenze nel 1886.