Illustre pittore italiano dal talento indiscutibile, Catti Michele artista bohémien, amante della solitudine, con pochi amici, diversi guai ed una salute cagionevole amava ritrarre la natura in tutto il suo splendore reale, opere che poi lo resero giustamente famoso.
Nacque a Palermo nel 1855. Il suo spirito artistico e ribelle si palesò già in giovane età, quando Catti decise di fuggire di casa per evitare gli studi giuridici a cui i genitori lo volevano indirizzare. Fu uno scrittore, presso cui trovò ospitalità, ad introdurlo nell’ambiente dell’arte palermitana, ponendogli accanto come mentore Francesco Lo Jacono.
Catti però trovando il lavoro di copiatura troppo noioso, decise di abbandonare il suo mentore per avvicinarsi alla natura in un contatto più diretto. I suoi soggetti migliori, di fatti, sono i quadri che raffigurano paesaggi naturali: i colori tenui, il tocco delicato, la sapiente maestria con cui dosa la luce e le ombre, rendono le opere di Catti uniche.
Molta della tecnica appresa si deve, all’amicizia con il pittore Vincenzo Ragusa che lo ragguagliò su alcune tecniche di pittura orientale, ma soprattutto alla sua passione per il realismo e successivamente al suo interesse per l’impressionismo che elaborò attraverso la pittura di Antonio Leto.
Debuttò nel 1875, a Palermo con “Burrasca d’autunno” alla Promotrice mentre l’anno seguente vi partecipò con Tramonto d’inverno. Nel 1881 partecipò all’Esposizione nazionale di Milano con l’opera “Il crepuscolo” e nello stesso anno dipinse anche “Lo sbarco di Garibaldi a Marsala”
Fra i viaggi più significativi che compì Michele Catti, ne troviamo uno a Roma dove ebbe modo di frequentare lo studio del Michetti. Di nuovo a Milano espose nel 1891 e poi nel 1893 a Palermo. In quegli anni i suoi quadri di maggior successo furono “Estate, Primavera, Autunno e Inverno”esposti in un Circolo artistico di Palermo. Sempre in questa città espose varie volte nelle mostre di Belle Arti.
Nei primi del novecento la pittura di Catti inizia a farsi più matura ma anche più triste, i suoi soggetti prediletti furono i paesaggi autunnali, le scene di una città avvolta dal vento e dal freddo. Di questo periodo ricordiamo: Donna a passeggio, Paesaggio paludoso, Scogli a riva, Alberi a riva e Marina con scogli. Uno dei più importanti fu “Castello a mare“ del 1909 che ritrae uno scorcio di Palermo che fu distrutto quello stesso anno.
L’anno successivo vinse la medaglia d’oro all’Esposizione nazionale di Roma per il quadro “Ultime foglie”. Da qui fino all’anno della sua scomparsa, 1914, i suoi dipinti si velarono di malinconia e di tristezza, ricordiamo: La fiera dei morti, 2 novembre, Domenica piovosa e Il fiume.