Valerio Castello nasce a Genova, il 22 dicembre del 1624 ed è un pittore italiano e figlio, il più giovane, di Bernardo Castello, che morì quando Valerio aveva appena 6 anni.
Il fratello maggiore Torquato lo avvicinò allo studio delle lettere ma nel giovane Valerio emerse da subito un amore per la pittura e per la sua spiccata personalità si mise contro la tradizione pittorica genovese.
Nessuno come lui seppe attraverso la vivacità e i colori e interpretare la cultura figurativa genovese. Valerio Castello era un artista molto solitario ma la sua arte innovativa lasciò tracce forti nella pittura genovese e, con la sua apparizione, nulla rimase come prima.
Era stato allievo di artisti celebri, come Domenico Fiasella e Giovanni Andrea, che molto influirono sulla sua inclinazione, compreso Giulio Cesare Procaccini, Correggio, Parmigianino e Van Dyck dai quali prese spunto per la sua armonia poetica: basti pensare al Ratto delle Sabine o al Ratto di Proserpina.
Nel 1647 Valerio dipinse per il ciclo dell’oratorio di San Giacomo della Marina, la Vocazione di san Giacomo e il Battesimo di san Giacomo e nel 1648 firmò la pala della chiesa di San Siro a Santa Margherita Ligure raffigurante San Sebastiano tra i santi Lorenzo e Rocco e nello stesso anno realizzò tre tele dedicate alla vita di san Francesco Saverio nella chiesa del Gesù.
Nei dieci anni successivi dal 1647 al 1657 dipinse San Francesco che riceve le stigmate e Santa Chiara in adorazione del Santissimo Sacramento, due piccoli olii su rame, lavorò nel palazzo di Giovanni Battista Balbi, oggi Palazzo Reale e nel palazzo del cugino di Giovanni Battista, Francesco Maria Balbi, che concluderà qualche anno dopo causa la peste.
Nel 1657 sposò Paola Maria Deferrari e poco prima di sposarsi, dettò un testamento che lasciava tutto alla sua famiglia, madre, al fratello Torquato e alla sorella Tecla Maddalena. Nel 1659 il 17 febbraio all’età di trentaquattro anni, morì improvvisamente in circostanze ancora sconosciute.