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Antichità Giglio
Carlo Scarpa

(Venezia 1906 – Sendai 1978)

Carlo Scarpa inizia gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia e collabora con artigiani e vetrai di Murano. Nel 1926 ottiene l’abilitazione in Disegno Architettonico e inizia, come assistente, la collaborazione all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia sotto la guida di Guido Cirilli. Nel 1932 inizia la collaborazione con la vetreria Venini allora diretta da Paolo Venini e da quell’anno fino al 1947 ne è il direttore artistico. La sua è una continua ricerca sulla materia, coniugando l’esperienza del passato con nuove forme e sperimentando nuove tecniche. Sono noti i suoi vetri “a bollicine”, “mezza filigrana”, i vetri “sommersi”, i “lattimi”, le “murrine”, i vetri “corrosi” e poi i “cinesi” e i “battuti”. Vasi, ciotole, coppe, posaceneri, cornici centritavola, lampade, lampadari, tutti di splendida raffinatezza.

Terminata la collaborazione con Venini, Scarpa si dedica all’architettura e alla progettazione di arredi. Nel 1958 Scarpa incontra Dino Gavina e l’intesa è quanto mai feconda. Progetta il negozio di Gavina a Bologna e da quello splendido progetto inizia la collaborazione per la produzione di una serie di mobili, vere icone del design italiano, basti citare la serie di sedute “Cornaro” o il tavolo “Valmarana”. Nel 1968 un altro incontro dà modo a Scarpa di esprimere il suo genio: Dino Gavina incontra Maria Simoncini e nasce la produzione Simon. Sono, infatti, degli anni ‘70 i tavoli “Doge”, “Florian”, “Samo”, “Argo” e “Sarpi” dove con geometrie nuove combina soprattutto acciaio e vetro. La sua produzione come designer è sempre parallela alla progettazione di opere architettoniche e spesso di rinnovamento, riprogettazione, interventi di cui Scarpa è grande maestro data la sua eccezionale capacità di coniugare l’antico con il presente. Dagli interventi su alcuni edifici dell’Università Ca’ Foscari, all’allestimento delle Gallerie dell’Accademia, al progetto del Giardino delle Sculture alla Biennale, la Galleria Nazionale della Sicilia a Palazzo Abatellis a Palermo, l’ampliamento della Gipsoteca Canoviana a Possagno, il restauro del Museo di Castelvecchio a Verona, solo per elencarne alcuni. Inoltre, la progettazione di negozi come il già citato a Bologna per Gavina o il precedente Negozio Olivetti in piazza San Marco a Venezia. E poi le sue meravigliose ville: Villa Zoppas a Conegliano, Villa Veritti a Udine fino alla Villa Ottolenghi a Bardolino. Si può considerare per molti aspetti il culmine della sua attività il complesso funerario Brion, un connubio di geometrie e di armonia perfetta tra l’architettura e la natura. Viene terminato nel 1978, anno del viaggio di Scarpa in Giappone, a Sendai, luogo dell’incidente che gli causa la morte. Per sua esplicita volontà Scarpa viene sepolto in un’area della Tomba Brion, proprio l’apoteosi del suo pensiero architettonico.

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Lino Giglio è iscritto all'Albo del Tribunale di Milano CTU n° 12101 e iscritto al ruolo dei PERITI ed ESPERTI n° 2683 Camera di Commercio di Milano.

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